Elenco di punti

Ci sono 5 punti in «Amici di Dio» il cui argomento è Apostolato → strumento di Dio.

Ecco, io invierò numerosi pescatori — dice il Signore — che li pescheranno (Ger 16, 16). Così ci viene indicato il grande lavoro: pescare. Del mondo si parla o si scrive talora paragonandolo al mare. C'è verità in questo paragone. Nella vita umana, come nel mare, ci sono periodi di calma e di burrasca, di tranquillità e di venti forti.

Frequentemente le creature si trovano a nuotare in acque amare, in mezzo a grandi ondate; camminano tra le tormente, in una corsa triste, anche quando sembra che non manchi loro l'allegria, ma un'allegria molto rumorosa: sono le risate con cui cercano di nascondere la sfiducia, il disgusto di una vita senza carità e senza comprensione. Gli uomini, come i pesci, si divorano l'un l'altro.

È compito dei figli di Dio far sì che tutti gli uomini entrino — liberamente — nella rete divina, e così giungano ad amarsi. Se siamo cristiani, dobbiamo trasformarci in pescatori, come quelli descritti dal profeta Geremia, con la metafora che anche Gesù ha impiegato spesso: «Seguitemi — dice a Pietro e ad Andrea —, vi farò pescatori di uomini» (Mt 4, 19).

Dobbiamo accompagnare Cristo nella sua pesca divina. Gesù si trova presso il lago di Genezaret e la gente si accalca intorno a Lui per ascoltare la parola di Dio (Lc 5, 2). Anche oggi! Non lo vedete? Desiderano ascoltare il messaggio di Dio, anche se all'esterno lo nascondono. Alcuni forse hanno dimenticato la dottrina di Cristo; altri — senza loro colpa — non l'hanno mai appresa e pensano alla religione come a qualcosa di strano. Convincetevi, però, di una realtà sempre attuale: presto o tardi arriva un momento in cui l'anima non ne può più, non le bastano più le spiegazioni abituali, non la soddisfano più le menzogne dei falsi profeti. Allora, anche se non lo ammettono, quelle persone sentono il bisogno di saziare la loro inquietudine con l'insegnamento del Signore.

Ascoltiamo il racconto di san Luca: Vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca (Lc 5, 2-3). Quando terminò la sua catechesi, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca» (Lc 5, 4). È Cristo il padrone della barca; è Lui che prepara il lavoro; è venuto al mondo perché i suoi fratelli trovino il cammino della gloria e dell'amore per il Padre. L'apostolato cristiano non l'abbiamo inventato noi. Noi uomini, caso mai, lo ostacoliamo con la nostra grettezza, con la nostra mancanza di fede.

Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla» (Lc 5, 5). La risposta appare ragionevole. Di solito si pesca nelle ore notturne; e proprio in quell'occasione la notte era stata infruttuosa. Perché pescare di giorno? Ma Pietro ha fede: «Sulla tua parola getterò le reti» (Lc 5, 5). Decide di agire come Cristo gli ha suggerito; si impegna a lavorare fidando nella parola del Signore. E che succede? Avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano (Lc 5, 6-7).

Quando Gesù si mise in mare coi discepoli, non aveva di mira solo questa pesca. Perciò, quando Pietro si inginocchia ai suoi piedi e confessa con umiltà: «Allontanati da me che sono un peccatore», il Signore risponde: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini» (Lc 5, 10). E anche in questa nuova pesca non mancherà tutta l'efficacia divina: gli Apostoli saranno strumenti di grandi prodigi, nonostante le loro personali miserie.

Oso assicurare che, se lottiamo ogni giorno per raggiungere la santità, ciascuno nel suo stato in mezzo al mondo e nell'esercizio della sua professione, il Signore farà anche di noi, nella nostra vita ordinaria, strumenti capaci di operare miracoli, e dei più straordinari, se fosse necessario. Daremo la vista ai ciechi. Chi non potrebbe raccontare tanti casi di ciechi fin quasi dalla nascita, che hanno recuperato la vista, ricevendo tutto lo splendore della luce di Cristo? Altri erano sordi, altri muti, e non potevano ascoltare o articolare una parola come figli di Dio… I loro sensi sono stati purificati, e ascoltano e si esprimono ormai come uomini, non come bestie. In nomine Iesu (At 3, 6), nel nome di Gesù i suoi apostoli danno la facoltà di muoversi agli storpi, incapaci di qualsiasi azione utile; così pure ai poltroni, che conoscono i loro obblighi, ma non li osservano. Nel nome del Signore, sorge et ambula! (At 3, 6), alzati e cammina.

Anche chi era morto, in disfacimento, e già esalava lezzo di cadavere, ha sentito la voce di Dio, come nel miracolo della vedova di Nain: «Giovinetto, dico a te, alzati!» (Lc 7, 14). Faremo miracoli, come sono stati operati in te stesso, in me: forse eravamo ciechi, o sordi, o storpi, o esalavamo il fetore della morte, e la parola del Signore ci ha sollevati dalla nostra prostrazione. Se amiamo Cristo, se lo seguiamo sinceramente, se non cerchiamo noi stessi, ma solo Lui, in suo nome potremo trasmettere ad altri, gratuitamente, quello che gratuitamente Lui ci ha concesso.

I discepoli — scrive san Giovanni — non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?» (Gv 21, 4-5). Questa scena famigliare mi riempie di gioia. Gesù Cristo — Dio — che parla in questo modo! Lui che ha già un corpo glorioso! «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci (Gv 21, 6). Ora comprendono. Tornano alla mente di quei discepoli le parole che hanno ascoltato tanto spesso dalle labbra del Maestro: pescatori di uomini, apostoli. E comprendono che tutto è possibile, perché è Lui che dirige la pesca.

Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» (Gv 21, 7). È l'amore, l'amore che vede da lontano. L'amore è il primo ad avvertire le delicatezze del Signore. L'apostolo adolescente, con la forza del suo schietto affetto per Gesù — perché amava Cristo con tutta la purezza e tutta la tenerezza di un cuore intatto —, esclama: «È ilSignore!».

Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare (Gv 21, 7).

Pietro è la fede, e si lancia in mare con audacia meravigliosa. Con l'amore di Giovanni e la fede di Pietro, dove non potremo giungere?

Riferimenti alla Sacra Scrittura
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