Elenco di punti
Quando si governa, dopo aver pensato al bene comune, è necessario tener presente che — sia in campo spirituale sia civile — difficilmente una norma può non dispiacere a qualcuno.
— Non piove mai quando piace a tutti!, afferma la saggezza popolare. Ma questo, non dubitarlo, non è un difetto della legge, bensì ribellione ingiustificata della superbia o dell’egoismo di quei pochi.
Ordine, autorità, disciplina… — Ascoltano — ammesso che ascoltino! —, e sorridono cinicamente, col pretesto — uomini e donne — di difendere la loro libertà.
Sono gli stessi che poi pretendono che noi rispettiamo o ci adeguiamo ai loro sbandamenti; non ammettono — e che proteste grossolane! — che i loro criteri non siano — non possano essere! — accettati dall’autentica libertà degli altri.
Coloro che dirigono imprese spirituali, devono interessarsi di tutto ciò che è umano, per elevarlo all’ordine soprannaturale e divinizzarlo.
Se non può essere divinizzato, non ti puoi sbagliare: non è umano, è «animalesco», improprio della creatura razionale.
Autorità. Non consiste nel fatto che chi sta sopra «urli» al subalterno, e questi altrettanto a chi gli sta più in basso.
Con questo criterio — caricatura dell’autorità —, a parte l’evidente mancanza di carità e di correttezza umana, si ottiene soltanto che chi dirige si vada allontanando dai sottoposti, perché non li serve: tutt’al più, li usa!
Tu non essere di quelli che, avendo la propria casa sottosopra, tentano d’intromettersi nel governo delle case altrui.
Ma… davvero pensi di saper tutto, perché sei stato costituito in autorità?
— Ascoltami bene: il buon governante «sa» che può, che deve!, imparare dagli altri.
Libertà di coscienza: no! — Quanti mali ha causato ai popoli e alle persone questo deplorevole errore, che permette di agire contro i propri intimi dettami.
Libertà «delle coscienze», sì: che significa il dovere di seguire l’imperativo interiore…, ah, ma dopo aver ricevuto una seria formazione!
Governare non è mortificare.
Per te, che occupi un posto di direzione. Medita: gli strumenti più forti ed efficaci, se li si tratta male, si ammaccano, si guastano, e diventano inservibili.
Le decisioni di governo, prese alla leggera da una sola persona, nascono sempre, o quasi sempre, sotto l’influsso di una visione unilaterale dei problemi.
— Per quanto grandi siano la tua preparazione e il tuo talento, devi ascoltare coloro che condividono con te l’incarico di direzione.
Non dare mai ascolto alla delazione anonima: è il modo di agire dei vili.
Un criterio di buon governo: il materiale umano bisogna prenderlo così com’è, e aiutarlo a migliorare, senza mai disprezzarlo.
Nel risolvere i problemi, cerca di non esagerare mai la giustizia sino a dimenticarti della carità.
La resistenza di una catena si misura sul suo anello più debole.
Non dire di nessuno dei tuoi dipendenti: non va bene.
— Sei tu che non vai bene: perché non sai collocarlo nel posto in cui può funzionare.
Respingi l’ambizione di onori: considera, invece, gli strumenti, i doveri e l’efficacia. — Così non ambirai le cariche e, se vengono, le guarderai per quello che sono: carichi al servizio delle anime.
Documento stampato da https://escriva.org/it/book-subject/surco/18216/ (08/05/2024)