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Quando vedi una povera Croce di legno, sola, senza importanza e senza valore… e senza Crocifisso, non dimenticare che quella Croce è la tua Croce: quella d'ogni giorno, quella nascosta, senza splendore e senza consolazione…, che sta aspettando il Crocifisso che le manca: e quel Crocifisso devi essere tu.
Quanti di coloro che si lascerebbero inchiodare a una croce davanti allo sguardo attonito di migliaia di spettatori non sanno soffrire cristianamente le punzecchiature di ogni giorno! Pensa, allora, che cosa è più eroico.
Gesù soffre per compiere la Volontà del Padre… E tu, che pure vuoi compiere la Santissima Volontà di Dio, seguendo i passi del Maestro, potrai lamentarti se trovi per compagna di viaggio la sofferenza?
Come nobilitiamo il dolore nel dargli il posto che gli spetta (espiazione) nell'economia dello spirito!
Mi domandi: perché quella Croce di legno? E trascrivo da una lettera: “Sollevando l'occhio dal microscopio, lo sguardo incontra la Croce nera e vuota. Questa Croce senza Crocifisso è un simbolo. Ha un significato che gli altri non vedranno. E chi, stanco, era sul punto di abbandonare il lavoro, torna ad avvicinare gli occhi all'oculare e continua a lavorare: perché la Croce solitaria sta chiedendo spalle che se la carichino”.
Il tuo Crocifisso. Già come cristiano dovresti portare sempre con te il tuo Crocifisso. E metterlo sul tuo tavolo di lavoro. E baciarlo prima di addormentarti e al risveglio: e se il tuo povero corpo si ribella contro l'anima, bacialo anche allora.
Quando viene la sofferenza, il disprezzo…, la Croce, pensa: che cos'è tutto questo a confronto di quello che merito?
Croce, travagli, tribolazioni: ne avrai finché vivrai. Per questa via è passato Cristo, e il discepolo non è più del Maestro.
Visita a un monastero famoso. Quella signora straniera sentì una stretta al cuore nel considerare la povertà dell'edificio: “Loro devono fare una vita assai dura…, non è vero?”. E il monaco, contento, si limitò a rispondere: “L'hai voluto tu, caro il mio frate; tu l'hai voluto e te lo tieni”.
Questa frase, che sentii dire con gioia da quel sant'uomo, devo ripeterla a te con pena, quando mi dici che non sei felice.
Soffri… e non vorresti lamentarti. Non importa se ti lamenti è la reazione naturale della nostra povera carne, purché la tua volontà voglia in te, ora e sempre, quello che vuole Dio.
Documento stampato da https://escriva.org/it/book-subject/camino/20333/ (08/05/2024)