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Il Signore ha diritto — e per ciascuno di noi è un obbligo — a essere glorificato «in ogni istante». Dunque, se sciupiamo il tempo, rubiamo gloria a Dio.
Ti consta che il lavoro è urgente, e che un minuto concesso alla comodità significa un tempo sottratto alla gloria di Dio. — Che cosa aspetti, dunque, per mettere coscienziosamente a profitto tutti gli istanti?
Inoltre, ti consiglio di considerare se questi minuti che ti avanzano, nel corso della giornata — ore intere, a sommarli! — non derivino dal tuo disordine o dalla tua poltroneria.
Sarebbe già brutto che tu perdessi il tempo, che non è tuo, ma di Dio, e per la sua gloria. Ma se, inoltre, lo fai perdere agli altri, da una parte diminuisci il tuo prestigio e, dall’altra, aumenti la frode della gloria che devi a Dio.
Nel pensare a tutto ciò che della tua vita resterà senza valore, per non averlo offerto a Dio, dovresti sentirti avaro: ansioso di rastrellare tutto, anche di non lasciare inutilizzato alcun dolore. — Perché, se il dolore accompagna la creatura, sperperarlo che altro è se non stoltezza?
Documento stampato da https://escriva.org/it/book-subject/surco/18637/ (09/05/2024)