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Ci sono 19 punti in «Cammino» il cui argomento è Mortificazione.

Se non ti mortifichi non sarai mai anima d'orazione.

Quella parola ben trovata, la battuta che non uscì dalla tua bocca; il sorriso amabile per colui che ti annoia; quel silenzio davanti a un'accusa ingiusta; la benevola conversazione con i seccatori e gli importuni; quel non dare importanza, quotidianamente, ai mille particolari fastidiosi e impertinenti delle persone che vivono con te… Tutto questo, con perseveranza, è davvero solida mortificazione interiore.

Non dire: quella persona mi secca. —Pensa: quella persona mi santifica.

Nessun ideale si fa realtà senza sacrificio. Rinnega te stesso. —È così bello essere vittima!

Quante volte ti proponi di servire Dio in qualche cosa… e ti devi rassegnare —tanto sei misero!— a offrirgli la stizza, il rammarico di non aver saputo compiere quel proposito così facile!

Non perdere l'occasione di sottomettere il tuo personale giudizio. —Costa…, ma come è gradito agli occhi di Dio!

Quando vedi una povera Croce di legno, sola, senza importanza e senza valore… e senza Crocifisso, non dimenticare che quella Croce è la tua Croce: quella d'ogni giorno, quella nascosta, senza splendore e senza consolazione…, che sta aspettando il Crocifisso che le manca: e quel Crocifisso devi essere tu.

Cerca mortificazioni che non mortifichino gli altri.

Dove non c'è mortificazione, non c'è virtù.

Mortificazione interiore. —Non credo alla tua mortificazione interiore se vedo che disprezzi, che non pratichi, la mortificazione dei sensi.

Beviamo fino all'ultima goccia il calice del dolore durante la povera vita presente. —Che importa soffrire dieci anni, venti, cinquanta…, se poi viene il cielo per sempre, per sempre…, per sempre?

—E, soprattutto —meglio ancora della ragione accennata, propter retributionem— che importa soffrire se si soffre per consolare, per far piacere a Dio nostro Signore, con spirito di riparazione, uniti a Lui nella sua Croce, in una parola: se si soffre per Amore?…

Gli occhi! Attraverso di essi entrano nell'anima molte iniquità. —Quante esperienze “alla David”!… Se custodite la vista avrete assicurato la custodia del cuore.

Vuoi importi volontariamente un castigo per la tua fiacchezza e per la tua mancanza di generosità? —Bene: sia però una penitenza discreta, come imposta a un nemico che allo stesso tempo è nostro fratello.

Per noi, poveri uomini, la gioia, anche se ha un motivo soprannaturale, lascia sempre un sapore d'amarezza. —Che cosa credevi? —Quaggiù il dolore è il sale della nostra vita.

Quanti di coloro che si lascerebbero inchiodare a una croce davanti allo sguardo attonito di migliaia di spettatori non sanno soffrire cristianamente le punzecchiature di ogni giorno! Pensa, allora, che cosa è più eroico.

Leggevamo —tu e io— la vita eroicamente “ordinaria” di quell'uomo di Dio. —E lo vedemmo lottare, per mesi e anni (che “contabilità” quella del suo esame particolare!), all'ora della colazione: oggi vinceva, domani era vinto… Annotava: “Non ho preso burro…, ho preso burro!”.

Magari vivessimo anche noi —tu e io— la nostra… “tragedia” del burro!

Il minuto eroico. —È l'ora, esatta, di alzarti. Senza vacillare: un pensiero soprannaturale, e… su! —Il minuto eroico: ecco una mortificazione che fortifica la tua volontà e non indebolisce la tua natura.

Sii grato, come di un favore specialissimo, per quel santo aborrimento che senti di te stesso.

Se perdi il senso soprannaturale della tua vita, la tua carità sarà filantropia; la tua purezza, decenza; la tua mortificazione, idiozia; la tua disciplina, frusta, e tutte le tue opere, sterili.

Riferimenti alla Sacra Scrittura