Elenco di punti

Ci sono 2 punti in «Amici di Dio» il cui argomento è Timore di Dio → detestare il peccato.

Mi torna alla memoria — e di certo qualcuno di voi avrà già sentito questa riflessione in altre meditazioni — il sogno narrato da uno scrittore castigliano del secolo d'oro. Davanti a lui si aprono due strade. Una appare ampia e agevole, facile, fornita di luoghi di ristoro e di locande, e di altri alloggi comodi e allegri. È percorsa da gente a cavallo o in carrozza, in mezzo a musiche e risate — pazze sghignazzate —; si vede una folla ubriaca di gioia apparente, effimera, perché il cammino sbocca su un precipizio senza fondo. È la via dei mondani, degli eterni borghesi: ostentano un'allegria che in realtà non hanno; cercano insaziabilmente ogni sorta di comodità e di piaceri…; hanno orrore per il dolore, la rinuncia, il sacrificio. Non vogliono saperne della Croce di Cristo, la ritengono una follia.

Ma sono loro i pazzi: schiavi dell'invidia, della gola, della sensualità, alla fine soffrono di più, e troppo tardi si rendono conto di aver fatto un cattivo affare barattando la felicità terrena e quella eterna con una bagatella insipida. Il Signore ci previene: Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? (Mt 16, 25-26).

In quel sogno, un altro sentiero si apre in diversa direzione: è così stretto e ripido, che è impossibile percorrerlo a dorso di mulo. Chi lo affronta, procede a piedi, a zigzag, sereno in volto, in mezzo a cardi pungenti e schivando dirupi. In certi passaggi, i viandanti lasciano brandelli delle loro vesti e anche della propria carne. Ma, alla fine, li accoglie un giardino delizioso, la felicità eterna, il Paradiso. È la via delle anime sante che si umiliano, che volentieri, per amore a Cristo, si sacrificano per gli altri; è il percorso di chi non ha paura di andare in salita, addossandosi con amore la croce, per quanto pesante, perché sanno che, se il peso li fa vacillare, potranno rialzarsi e continuare a salire: Cristo è la forza di questi viandanti.

Pensi forse che i tuoi peccati sono molti, che il Signore non potrà sentirti? Non è così, perché Egli è ricolmo di misericordia. E se, nonostante questa meravigliosa verità, senti il peso della tua miseria, comportati come il pubblicano (cfr Lc 18, 13): «Signore, eccomi; io mi rimetto a te!». Osservate anche quello che accade quando — come ci narra san Matteo — portano a Gesù un paralitico. Quell'infermo non dice nulla: se ne sta lì, alla presenza di Dio. E Gesù, commosso dalla contrizione, dal dolore di chi sa di non meritare nulla, non tarda a manifestare la sua consueta misericordia: Confida, figlio; ti sono rimessi i tuoi peccati (Mt 9, 2).

Ti consiglio, nella tua orazione, di intervenire negli episodi del Vangelo come un personaggio tra gli altri. Cerca anzitutto di raffigurarti la scena o il mistero che ti deve servire per raccoglierti e meditare. Poi applica ad essa la mente, prendendo in considerazione uno o l'altro dei lineamenti della vita del Maestro: la tenerezza del suo Cuore, la sua umiltà, la sua purezza, il suo modo di compiere la Volontà del Padre. Quindi raccontagli tutto quello che in queste cose ti suole capitare, quello che senti, i fatti della tua vita. E presta attenzione, perché forse Egli vorrà indicarti qualche cosa: è il momento delle mozioni interiori, di renderti conto, di lasciarti convincere.

Riferimenti alla Sacra Scrittura
Riferimenti alla Sacra Scrittura