Elenco di punti

Ci sono 3 punti in «Amici di Dio» il cui argomento è Felicità → gioia.

Se il cristiano lotta per acquistare tali virtù, la sua anima si dispone a ricevere efficacemente la grazia dello Spirito Santo; allora le buone qualità umane si rafforzano mediante le mozioni che il Paraclito pone nell'anima. La Terza Persona della Trinità Beatissima — dolce ospite dell'anima (Sequenza Veni, Sancte Spiritus) — regala i suoi doni: dono di sapienza, di intelletto, di consiglio, di fortezza, di scienza, di pietà, di timor di Dio (cfr Is 11, 2).

Si notano allora il gaudio e la pace (cfr Gal 5, 22), la pace lieta, il giubilo interiore, come conseguenza della virtù umana della gioia. Quando ci sembra che tutto crolli davanti ai nostri occhi, non crolla nulla, perché Tu sei il Dio della mia difesa (Sal 42, 2). Se Dio abita nell'anima nostra, tutto il resto, per importante che sembri, è accidentale, transeunte; invece noi, in Dio, siamo ciò che permane.

Lo Spirito Santo, col dono della pietà, ci aiuta a sentirci con sicurezza figli di Dio. E se siamo figli di Dio, come possiamo esser tristi? La tristezza è la scoria dell'egoismo; se cerchiamo di vivere per il Signore, non ci mancherà la gioia, anche se scopriamo in noi errori e miserie. La gioia penetra a tal punto nella vita d'orazione, che non si può fare a meno di mettersi a cantare: perché amiamo, e cantare è cosa da innamorati.

Non date credito a coloro che presentano la virtù dell'umiltà come una menomazione dell'uomo o come una perpetua condanna alla tristezza. Sentirsi di terracotta, riparata con dei punti, è fonte di continua gioia; significa riconoscersi poca cosa di fronte a Dio: bambino, figlio. C'è felicità più grande di quella di colui che, povero e debole, sa però di essere figlio di Dio? Perché invece gli uomini sono tristi? Perché la vita sulla terra non si svolge come essi personalmente sperano, perché sorgono ostacoli che impediscono o rendono difficile la soddisfazione delle loro pretese.

Nulla di tutto questo avviene quando l'anima vive la realtà soprannaturale della filiazione divina: Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? (Rm 8, 31). Sono tristi — ripeto da sempre — coloro che si ostinano a non riconoscersi figli di Dio.

Per concludere, facciamoci suggerire dalla liturgia odierna due suppliche che devono prorompere ardenti dalla nostra bocca e dal nostro cuore: Dio Onnipotente, la partecipazione a questi divini misteri ci dia la grazia di meritare i doni celesti (Orazione post communionem della Messa]; e ancora: Ti preghiamo, Signore, di concederci di servirti costantemente secondo la tua volontà (Orazione super populum). Servire, figli miei, servire è il nostro compito; essere servitori di tutti perché si accresca in numero e in virtù il popolo fedele (Orazione super populum).

Qui, alla presenza di Dio che ci presiede dal Tabernacolo — come fortifica la vicinanza reale di Gesù! —, mediteremo su questo dono soave di Dio, la speranza, che colma le nostre anime di allegria: spe gaudentes (Rm 12, 12), gioiosi, perché — se siamo fedeli — ci aspetta l'Amore infinito.

Non dimentichiamo mai che per tutti — quindi per ciascuno di noi — ci sono solo due modi di stare sulla terra: o si vive vita divina, lottando per piacere a Dio; o si vive vita animale, più o meno umanamente illuminata, quando si prescinde da Lui. Non ho mai dato molto credito ai 'santoni' che si vantano di non essere credenti: li amo davvero, come amo tutti gli uomini, miei fratelli; ammiro la loro buona volontà, che in certe circostanze può essere eroica, ma li compiango, perché hanno l'enorme disgrazia di mancare della luce e del calore di Dio, e dell'ineffabile gioia della speranza teologale.

Un cristiano sincero, coerente con la sua fede, agisce faccia a faccia con Dio, con visione soprannaturale; lavora in questo mondo che ama appassionatamente, impegnandosi nelle vicende della terra, con lo sguardo al Cielo. Ce lo dice san Paolo: Quae sursum sunt quaerite; cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti — a quanto è mondano, per mezzo del Battesimo — e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio (Col 3, 1-3).

Riferimenti alla Sacra Scrittura
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