145

Non possiamo trattare Maria da figli e pensare poi solo a noi stessi, alle nostre preoccupazioni personali. Non possiamo stare vicino alla Vergine e al tempo stesso mantenere i nostri egoistici problemi. Maria ci conduce a Gesù, e Gesù è primogenitus in multis fratribus, il primogenito fra molti fratelli(Rm 8, 29). Conoscere Gesù, pertanto, significa renderci conto che la nostra vita non può avere altro senso che quello di darci al servizio degli altri. Un cristiano non può fermarsi ai suoi problemi personali, perché deve vivere al cospetto della Chiesa universale, pensando alla salvezza di tutte le anime.

In tal modo, anche ciò che si potrebbe considerare più privato e intimo — la preoccupazione per il proprio progresso interiore — non è, in realtà, personale: la santificazione, infatti, fa un tutt'uno con l'apostolato. Ci dobbiamo dunque impegnare generosamente nella cura della vita interiore e nello sviluppo delle virtù cristiane, pensando al bene di tutta la Chiesa, giacché non potremmo fare il bene e far conoscere Cristo se noi stessi non ci impegnassimo sinceramente a tradurre in pratica vissuta gli insegnamenti del Vangelo.

Impregnate di questo spirito, le nostre orazioni, anche se iniziano con temi e con propositi apparentemente personali, finiscono sempre sulla via del servizio agli altri. E se procediamo nel cammino tenendo per mano la Santissima Vergine, Ella farà sì che ci sentiamo fratelli di tutti gli uomini: perché tutti sono figli di quel Dio di cui Ella è Figlia e Sposa e Madre.

I problemi del nostro prossimo devono essere i nostri problemi. La fraternità cristiana deve essere profondamente radicata nella nostra anima, in modo che nessuno ci sia indifferente. Maria, la Madre di Gesù, colei che lo allevò, lo educò e lo accompagnò nella vita terrena, e che ora è vicina a Lui in Cielo, ci aiuterà a riconoscere Gesù che passa accanto a noi, che si fa presente nei bisogni degli uomini, nostri fratelli.

Riferimenti alla Sacra Scrittura
Questo punto in altre lingue