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Quali sono, a suo avviso, le funzioni che spettano alle associazioni od organismi rappresentativi studenteschi? Come dovrebbero essere impostati i rapporti con le autorità accademiche?

Mi domanda un parere su una questione molto vasta. Non scenderò quindi ai particolari: mi limiterò ad alcune idee generali. Penso che gli organismi rappresentativi studenteschi debbano intervenire negli affari specificamente universitari. Ci devono essere dei rappresentanti — liberamente eletti dai loro colleghi — che curino i rapporti con le autorità accademiche, nella consapevolezza di dover lavorare in armonia, in un'impresa comune: ecco un'altra buona occasione di offrire un vero servizio.

Ci vuole uno statuto che assicuri l'efficacia di questo servizio, secondo criteri di giustizia e di razionalità: le questioni devono essere ben elaborate e attentamente meditate; se le soluzioni che vengono proposte nascono da uno studio serio, dall'impegno di edificare e non dalla smania di sollevare opposizioni, acquistano autorevolezza e si impongono da sole.

Ma per raggiungere questi obiettivi è indispensabile che i dirigenti degli organismi rappresentativi siano dotati di una seria preparazione: bisogna che amino anzitutto la libertà degli altri, e poi la propria libertà con la responsabilità che ne consegue; bisogna che non cerchino il successo personale e non si attribuiscano competenze che non hanno, ma che perseguano il bene dell'università, che è il bene dei loro colleghi di studio. E bisogna infine che gli elettori scelgano i loro rappresentanti in base a queste doti, e non in base a criteri estranei al buon funzionamento della loro Alma mater: solo in questo modo l'università sarà un luogo di pace, un'oasi di sereno e nobile fermento, capace di favorire lo studio e la formazione di tutti.

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