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Il piano di santità che il Signore ci chiede è definito da questi tre punti:

La santa intransigenza, la santa coazione e la santa facciatosta*.

* San Josemaría ricorre qui per tre volte a un artificio letterario, l'ossimoro (l'accostare parole contrarie o contraddittorie), per spiegare in modo espressivo che la ricerca della santità non è in conflitto con l'energia.

Con "santa coazione" esorta il lettore ad affrontare, nel pieno rispetto della libertà personale, la sua responsabilità apostolica nei confronti di chi ha vicino, facendo eco al Vangelo: "Esci per le strade…e spingili ad entrare (Lc 14, 23)". Con "santa intransigenza" anima a difendere la propria fede, con energia e mansuetudine, come questione di coerenza cristiana. Con "santa facciatosta" invita a non dare un peso eccessivo al fatto che vengano percepiti i nostri limiti, e a non nascondere la condizione di cristiano quando l'intorno sociale è ostile alla fede.

Nelle tre espressioni quindi l'aggettivo "santa" modifica il significato del sostantivo cui dà la qualifica ed è fondamentale per comprendere l'intenzione di san Josemaría. D'altra parte, dalla lettura di tutto Cammino si evince con chiarezza che la virtù più importante - quella che rende "sante" la coazione, l'intransigenza e la "facciatosta" - è la carità (cfr. Cammino, nn. 369, 463) (Ndt).

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