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Ecco, io invierò numerosi pescatori — dice il Signore — che li pescheranno (Ger 16, 16). Così ci viene indicato il grande lavoro: pescare. Del mondo si parla o si scrive talora paragonandolo al mare. C'è verità in questo paragone. Nella vita umana, come nel mare, ci sono periodi di calma e di burrasca, di tranquillità e di venti forti.

Frequentemente le creature si trovano a nuotare in acque amare, in mezzo a grandi ondate; camminano tra le tormente, in una corsa triste, anche quando sembra che non manchi loro l'allegria, ma un'allegria molto rumorosa: sono le risate con cui cercano di nascondere la sfiducia, il disgusto di una vita senza carità e senza comprensione. Gli uomini, come i pesci, si divorano l'un l'altro.

È compito dei figli di Dio far sì che tutti gli uomini entrino — liberamente — nella rete divina, e così giungano ad amarsi. Se siamo cristiani, dobbiamo trasformarci in pescatori, come quelli descritti dal profeta Geremia, con la metafora che anche Gesù ha impiegato spesso: «Seguitemi — dice a Pietro e ad Andrea —, vi farò pescatori di uomini» (Mt 4, 19).

Riferimenti alla Sacra Scrittura
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