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Avevamo incominciato con invocazioni vocali, semplici, incantevoli, imparate nell'infanzia e che non vorremmo mai abbandonare. L'orazione, iniziata con questa ingenuità da bambini, procede ora come un fiume ampio, calmo e sicuro, perché segue il cammino dell'amicizia con Colui che disse: Io sono la via (Gv 14, 6). Se amiamo Cristo in questo modo, se con divina audacia ci rifugiamo nella ferita aperta dalla lancia nel suo costato, si compirà la promessa del maestro: Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio l'amerà e verremo a lui e faremo dimora dentro di lui (Gv 14, 23).

Il cuore sente il bisogno, allora, di distinguere le Persone divine e di adorarle a una a una. In un certo senso, questa scoperta che l'anima fa nella vita soprannaturale è simile a quella di un infante che apre gli occhi all'esistenza. L'anima si intrattiene amorosamente con il Padre, con il Figlio, con lo Spirito Santo; e si sottomette agevolmente all'attività del Paraclito vivificante, che ci viene dato senza nostro merito: i doni e le virtù soprannaturali!

Riferimenti alla Sacra Scrittura
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