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Forse — esàminati a fondo — neppure noi meritiamo la lode che quel parroco di campagna rivolgeva al suo asino. Abbiamo lavorato tanto, abbiamo occupato certi posti di responsabilità, hai avuto successo in varie attività umane… ma, alla presenza di Dio, non c'è proprio nulla di cui ti debba lamentare? Hai davvero cercato di servire Dio e gli uomini tuoi fratelli, o hai fomentato il tuo egoismo, la tua gloria personale, le tue ambizioni, il tuo successo esclusivamente umano e penosamente caduco?

Se vi parlo così apertamente è perché io per primo voglio rinnovare un sincero atto di contrizione, e perché vorrei che anche ciascuno di voi domandasse perdono. Nel considerare le nostre infedeltà, i tanti errori, le debolezze, le viltà — ciascuno ha le sue — ripetiamo di tutto cuore al Signore l'esclamazione del pentimento di Pietro: Domine, tu omnia nosti, tu scis quia amo te! (Gv 21, 17]; Signore, Tu sai tutto: Tu sai che ti amo, nonostante le mie miserie. E oso aggiungere: Tu sai che ti amo, proprio per le mie miserie, perché mi inducono ad appoggiarmi a te, che sei la fortezza: Quia tu es Deus, fortitudo mea (Sal 42, 2). Questo è il punto da cui ricominciare.

Riferimenti alla Sacra Scrittura
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