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Iubilate Deo. Exsultate Deo adiutori nostro (Sal 80, 2 [Introito della Messa]), acclamate Dio, esultate in Dio nostra forza. Gesù mio, chi non lo comprende, non sa nulla di amore, né di peccato, né di miseria. Io sono un poveruomo, e conosco i peccati, gli amori e le miserie. Sapete che cosa significa essere innalzato fino al cuore di Dio? Comprendete che cosa vuol dire che un'anima si ponga faccia a faccia col Signore, gli apra il suo cuore, gli racconti i suoi crucci? Io mi lamento, per esempio, quando Egli chiama a sé persone giovani, che potrebbero amarlo e servirlo ancora molti anni sulla terra: è una cosa che non capisco. Ma sono gemiti pieni di fiducia, perché so che se mi allontanassi dalle braccia di Dio incespicherei immediatamente. Pertanto, mentre accetto i disegni del cielo, aggiungo subito, scandendo bene: «Sia fatta, si compia, sia lodata ed eternamente esaltata la giustissima e amabilissima Volontà di Dio su tutte le cose. Amen. Amen».

È questo il modo di comportarsi che ci insegna il Vangelo; è questa la sagacia santa e la fonte di efficacia per il lavoro apostolico; è questa la sorgente del nostro amore e della nostra pace di figli di Dio e il sentiero che ci conduce a trasmettere affetto e serenità agli uomini. Solo così potremo terminare i nostri giorni nell'Amore, dopo aver santificato il nostro lavoro e aver cercato in esso la felicità nascosta delle cose di Dio. Ci comporteremo con la santa facciatosta dei bambini e respingeremo la vergogna — l'ipocrisia — degli adulti, che hanno paura di tornare dal loro Padre, quando hanno sperimentato l'insuccesso di una caduta.

Termino col saluto del Signore che è raccolto nel santo Vangelo di oggi: Pax vobis! Pace a voi! (…) E i discepoli gioirono al vedere il Signore (Gv 20, 19-20), il Signore che ci conduce dal Padre.

Riferimenti alla Sacra Scrittura
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