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La nostra vita di noi cristiani deve essere molto usuale: cercare di far bene, tutti i giorni, le stesse cose che siamo obbligati a vivere; realizzare nel mondo la nostra missione divina, compiendo il piccolo dovere di ogni istante.
O, meglio: sforzandoci di compierlo, perché, a volte, non ci riusciremo e, alla sera, nell'esame, dovremo dire al Signore: non ti offro virtù; oggi ti posso offrire solo difetti, ma con la tua grazia arriverò a dichiararmi vincitore.
Perché non provi a trasformare in servizio di Dio la tua vita tutta: il lavoro e il riposo, il pianto e il sorriso?
Lo puoi…, e lo devi!
L'oro puro e i diamanti stanno nelle viscere della terra, non sul palmo della mano.
La tua opera di santità per te e verso gli altri dipende dal fervore, dall'allegria, di questo tuo lavoro, oscuro e quotidiano, normale e ordinario.
Nel nostro agire quotidiano abbiamo bisogno di un potere molto superiore a quello del leggendario re Mida: egli trasformava in oro tutto ciò che toccava.
Noi dobbiamo trasformare con l'amore il lavoro umano della nostra giornata abituale in opera di Dio, di portata eterna.
Documento stampato da https://escriva.org/it/book-subject/forja/20418/ (09/05/2024)