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Umiltà di Gesù: per contrasto, che vergogna per me polvere di sterco che tante volte ho mascherato la mia superbia sotto un manto di dignità, di giustizia!… E così, quante occasioni di seguire il Maestro ho perduto, o non ho messo a frutto, per non averle soprannaturalizzate!
Gesù, se in me c'è qualcosa che ti dispiace, dimmelo, che lo sradichiamo.
I primi Apostoli, quando il Signore li chiamò, stavano accanto alla vecchia barca e alle reti rotte, a rammendarle. Il Signore disse loro di seguirlo; ed essi, “statim” immediatamente, “relictis omnibus” abbandonando ogni cosa, tutto!, lo seguirono…
E capita talvolta che noi che desideriamo imitarli non abbandoniamo proprio tutto, e ci resta un attaccamento nel cuore, un errore nella nostra vita, che non vogliamo tagliare per offrirlo al Signore.
Esaminerai per bene il tuo cuore fino in fondo? Non deve restarvi nulla che non sia Suo; altrimenti, non lo amiamo bene, né tu né io.
La nostra vita di noi cristiani deve essere molto usuale: cercare di far bene, tutti i giorni, le stesse cose che siamo obbligati a vivere; realizzare nel mondo la nostra missione divina, compiendo il piccolo dovere di ogni istante.
O, meglio: sforzandoci di compierlo, perché, a volte, non ci riusciremo e, alla sera, nell'esame, dovremo dire al Signore: non ti offro virtù; oggi ti posso offrire solo difetti, ma con la tua grazia arriverò a dichiararmi vincitore.
Documento stampato da https://escriva.org/it/book-subject/forja/19258/ (09/05/2024)