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Nel Santo Sacrificio dell'altare, il sacerdote prende il Corpo del nostro Dio e il Calice con il suo Sangue, e li innalza sopra tutte le cose della terra, dicendo: “Per Ipsum, et cum Ipso, et in Ipso” per il mio Amore, con il mio Amore, nel mio Amore!
Unisciti a questo gesto. Più ancora: incorpora questa realtà nella tua vita.
Racconta l'Evangelista che Gesù, dopo aver operato il miracolo, quando vogliono incoronarlo re, si nasconde.
Signore, che ci fai partecipare al miracolo dell'Eucaristia: ti chiediamo di non nasconderti, di vivere con noi, di poterti vedere, toccare, sentire, di voler stare sempre vicino a Te, di essere il Re delle nostre vite e del nostro lavoro.
Il pazzo più grande che ci sia mai stato e che mai ci sarà è Lui. C'è pazzia più grande di darsi come e a chi Egli si dà?
Perché sarebbe già stata pazzia il farsi e restare Bambino indifeso; però, in tal caso, anche molti cattivi si sarebbero inteneriti, e non avrebbero osato maltrattarlo. Gli parve poco: volle annichilirsi di più e darsi di più. E si è fatto cibo, si è fatto Pane.
Divino Pazzo! Come ti trattano gli uomini?… E io stesso?
Gesù, la tua pazzia d'Amore mi ruba il cuore. Te ne stai inerme e piccolo, per far grandi coloro che si cibano di Te.
Trascrivo alcune parole di un sacerdote, rivolte a coloro che lo seguivano nella sua impresa apostolica: “Quando contemplate l'Ostia Santa esposta nell'ostensorio sull'altare, pensate che amore, che tenerezza è quella di Cristo. Io me lo spiego per l'amore che vi porto; se, lavorando lontano, potessi stare allo stesso tempo accanto a ciascuno di voi, come lo farei volentieri!
Cristo, invece, può farlo! Ed Egli, che ci ama con un amore infinitamente superiore a quello che tutti i cuori della terra possono albergare, è rimasto affinché possiamo unirci sempre alla sua Santissima Umanità, e per aiutarci, per consolarci, per fortificarci, affinché siamo fedeli”.
Documento stampato da https://escriva.org/it/book-subject/forja/19242/ (05/05/2024)