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Ci sono 2 punti in «È Gesù che passa» il cui argomento è Messa.

Questo flusso trinitario di amore per gli uomini si perpetua in maniera sublime nell'Eucaristia. Noi tutti, anni fa, abbiamo imparato dal catechismo che la santa Eucaristia può essere considerata come Sacrificio e come Sacramento, e che il Sacramento è per noi Comunione e insieme tesoro sull'altare, nel tabernacolo. La Chiesa dedica un'altra festa al mistero eucaristico, al Corpo del Signore — Corpus Domini — presente in tutti i tabernacoli del mondo. Oggi, Giovedì Santo, vogliamo contemplare la santa Eucaristia, Sacrificio e alimento: la Santa Messa e la santa Comunione.

Parlavo di flusso trinitario d'amore per gli uomini. E dove avvertirlo meglio che nella Messa? Tutta la Trinità agisce nel Santo Sacrificio dell'altare. Per questo mi piace tanto ripetere nelle orazioni della Messa quelle parole finali: Per Nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio — ci rivolgiamo al Padre — che è Dio e vive e regna con Te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Nella Messa la preghiera al Padre si fa costante. Il sacerdote è un rappresentante del Sacerdote eterno, Gesù Cristo, che nello stesso tempo è la Vittima. E l'azione dello Spirito Santo nella Messa è tanto ineffabile quanto vera. In virtù dello Spirito Santo — scrive san Giovanni Damasceno — si effettua la conversione del pane nel Corpo di Cristo (SAN GIOVANNI DAMASCENO, De fide orthodoxa, 13 [PG 94, 1139]).

Tale azione dello Spirito Santo si manifesta chiaramente quando il sacerdote invoca la benedizione divina sulle offerte: Vieni, o Santificatore, Dio onnipotente ed eterno, e benedici questo sacrificio preparato per la gloria del tuo santo Nome (Messale Romano, Offertorio, Invocazione allo Spirito Santo), sacrificio che darà al Nome Santissimo di Dio la gloria che gli è dovuta. La santificazione che invochiamo è attribuita al Paraclito, che il Padre e il Figlio ci mandano. Riconosciamo ancora questa presenza attiva dello Spirito Santo nel sacrificio, quando diciamo poco prima della comunione: Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente, che, secondo la volontà del Padre e in unione con lo Spirito Santo, con la tua morte hai dato la vita al mondo… (Messale Romano, Orazione preparatoria alla Comunione).

Tutta la Trinità è presente nel sacrificio dell'altare. Per la volontà del Padre e con la cooperazione dello Spirito Santo, il Figlio si offre come vittima redentrice. Impariamo a rivolgerci alla Trinità Beatissima, Dio uno e trino: tre Persone divine nell'unità della loro sostanza, del loro amore, della loro efficace azione santificatrice.

Subito dopo il Lavabo il sacerdote pronuncia questa orazione: Accetta, o Trinità Santa, quest'offerta che ti presentiamo in memoria della Passione, Risurrezione ed Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo (Messale Romano, Offertorio, Offerta alla Santissima Trinità). E al termine della Messa c'è un'altra orazione di fervente omaggio a Dio uno e trino: Placeat tibi, Sancta Trinitas, obsequium servitutis meae… ti sia gradito, Trinità Santa, l'ossequio del tuo servo: possa questo sacrificio, che io benché indegno ho offerto alla tua Maestà, esserti accetto, e per tua misericordia, attirare il tuo favore su di me e su tutti coloro per i quali l'ho offerto (Messale Romano, Orazione che precede la benedizione finale).

La Messa — ripeto — è azione divina, trinitaria, non umana. Il sacerdote che celebra, collabora al progetto del Signore, prestando il suo corpo e la sua voce; ma non agisce in nome proprio, bensì in persona et in nomine Christi, nella persona di Cristo e nel nome di Cristo.

L'amore della Trinità per gli uomini fa sì che dalla presenza di Cristo nell'Eucaristia derivino tutte le grazie per la Chiesa e per l'umanità. Questo è il sacrificio predetto da Malachia: Dall'oriente all'occidente grande è il mio nome fra le genti, e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome e una oblazione pura (Ml 1, 11).

È il sacrificio di Cristo, offerto al Padre con la cooperazione dello Spirito Santo: oblazione di valore infinito, che rende eterna in noi la Redenzione che i sacrifici dell'antica legge non hanno potuto realizzare.

Riferimenti alla Sacra Scrittura