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Quelle parole, che ti hanno colpito durante l'orazione, incidile nella memoria e recitale lentamente, più volte, durante la giornata.
Mi hai detto una volta che somigli a una sveglia guasta, che suona a sproposito: al momento dell'orazione sei freddo, secco e arido; e invece, quando meno te l'aspetti, per la strada, tra gli affanni d'ogni giorno, in mezzo al frastuono e al tumulto della città, o nella quiete laboriosa del tuo lavoro professionale, ti accorgi che stai pregando… A sproposito?
Bene; però non trascurare questi trilli della tua sveglia. Lo Spirito soffia dove vuole.
Fronte di Madrid. Una ventina di ufficiali, in nobile e allegro cameratismo. Si sente cantare una canzone, poi un'altra e altre ancora.
Quel tenentino dai baffi bruni ascoltò solo la prima:
Corazones partidos
yo no los quiero:
y si le doy el mio,
lo doy entero*.
“Quanta resistenza per dare il mio cuore intero!”. E l'orazione sgorgò, come un fiume ampio e tranquillo.
* «Non mi piacciono i cuori divisi; se le do il mio, glielo do intero» (Ndt).
Diceva un'anima d'orazione: nelle intenzioni, Gesù sia il nostro fine; negli affetti, il nostro Amore; nella parola, il nostro argomento; nelle azioni, il nostro modello.
Hai visto come ringraziano i bambini? Imitali dicendo come loro, a Gesù, nelle occasioni favorevoli e in quelle avverse: “Come sei buono! Che buono!…”.
Questa frase, ben sentita, è cammino d'infanzia che ti condurrà alla pace, con peso e misura nel riso e nel pianto, e senza peso e misura nell'Amore.
Documento stampato da https://escriva.org/it/book-subject/camino/18786/ (09/05/2024)