Elenco di punti

Ci sono 9 punti in «Cammino» il cui argomento è Apostolo → audacia.

Non mi piacciono i vostri eufemismi: la vigliaccheria la chiamate prudenza. —E la vostra “prudenza” fa che i nemici di Dio, col cervello vuoto di idee, si diano arie di sapienti e scalino posti che mai dovrebbero scalare.

Mi domandi: “Non sembrerà artificiosa la mia naturalezza in un ambiente paganizzato o pagano, dato che tale ambiente urterà con la mia vita?”.

—E ti rispondo: “La tua vita urterà senza dubbio con la loro; e questo contrasto, che conferma con le opere la tua fede, è appunto la naturalezza che ti chiedo”.

Il piano di santità che il Signore ci chiede è definito da questi tre punti:

La santa intransigenza, la santa coazione e la santa facciatosta*.

* San Josemaría ricorre qui per tre volte a un artificio letterario, l'ossimoro (l'accostare parole contrarie o contraddittorie), per spiegare in modo espressivo che la ricerca della santità non è in conflitto con l'energia.

Con "santa coazione" esorta il lettore ad affrontare, nel pieno rispetto della libertà personale, la sua responsabilità apostolica nei confronti di chi ha vicino, facendo eco al Vangelo: "Esci per le strade…e spingili ad entrare (Lc 14, 23)". Con "santa intransigenza" anima a difendere la propria fede, con energia e mansuetudine, come questione di coerenza cristiana. Con "santa facciatosta" invita a non dare un peso eccessivo al fatto che vengano percepiti i nostri limiti, e a non nascondere la condizione di cristiano quando l'intorno sociale è ostile alla fede.

Nelle tre espressioni quindi l'aggettivo "santa" modifica il significato del sostantivo cui dà la qualifica ed è fondamentale per comprendere l'intenzione di san Josemaría. D'altra parte, dalla lettura di tutto Cammino si evince con chiarezza che la virtù più importante - quella che rende "sante" la coazione, l'intransigenza e la "facciatosta" - è la carità (cfr. Cammino, nn. 369, 463) (Ndt).

Una cosa è la santa facciatosta e un'altra l'impudenza mondana.

La santa facciatosta è una caratteristica della “vita d'infanzia”. Nulla preoccupa il bambino. —Le sue miserie, naturali miserie, si pongono in evidenza con semplicità, anche se tutti lo guardano…

Questa facciatosta, trasferita alla vita soprannaturale, porta a ragionare così: lode, disprezzo…: ammirazione, burla…: onore, disonore…: salute, malattia…: ricchezza, povertà…: bellezza, bruttura…

Bene; e… con questo?

Riditi del ridicolo. —Non ti curare di quel che diranno. Vedi e senti Dio in te stesso e in ciò che ti circonda. —E così finirai per ottenere la santa facciatosta che ti è necessaria —che paradosso!— per vivere con la delicatezza del gentiluomo cristiano.

Che conversazioni! Che bassezza e che… schifo! —E devi stare assieme a loro, in ufficio, nell'università, nella sala operatoria…, nel mondo.

Se li preghi di tacere, ti prendono in giro. —Se fai la faccia scura, insistono. —Se te ne vai, continuano.

La soluzione è questa: innanzitutto, raccomandarli a Dio e riparare; poi…, affrontarli virilmente e impiegare “l'apostolato delle parolacce”. —La prossima volta te ne dirò all'orecchio un certo repertorio.

Quando ti chiamo “bambino buono” non pensare che t'immagini timido, pusillanime. —Se non sei virile e… normale, anziché essere apostolo sarai una caricatura che fa ridere.

È più forte la donna dell'uomo, e più fedele nell'ora del dolore. —Maria Maddalena e Maria di Cleofa e Salomé!

Con un gruppo di donne coraggiose, come queste, ben unite alla Vergine Addolorata, che lavoro di anime si farebbe nel mondo!