Elenco di punti

Ci sono 5 punti in «Amici di Dio» il cui argomento è Santità → meta raggiungibile, eroismo .

Il tempo trascorso non mi ha cancellato dalla memoria il ricordo di quando mi recai a pregare nella cattedrale di Valenza e vidi la tomba del venerabile Ridaura. Mi raccontarono allora che quel sacerdote, quando era ormai molto vecchio, a chi gli domandava quanti anni avesse, rispondeva con convinzione, in valenziano: Poquets, pochini; quelli che ho trascorso al servizio di Dio. Per parecchi di voi si possono ancora contare sulle dita di una mano gli anni trascorsi dal momento in cui vi siete decisi a entrare in rapporto con Dio, a servirlo in mezzo al mondo, nel vostro ambiente e per mezzo della vostra professione o mestiere. Il particolare cronologico non è molto rilevante: è importantissimo, invece, marchiare a fuoco nella nostra anima la certezza che l'invito alla santità, rivolto da Cristo a tutti gli uomini, nessuno escluso, esige che ciascuno coltivi la vita interiore e si eserciti quotidianamente nelle virtù cristiane; e non in un modo qualsiasi, e neppure in un modo fuori del comune o comunque eccellente: dobbiamo sforzarci fino all'eroismo, nel senso più forte e reciso della parola.

La meta che vi propongo — o meglio, la meta che Dio indica a noi tutti — non è un miraggio o un ideale irraggiungibile: potrei portarvi molti esempi di gente della strada, come voi e come me, uomini e donne, che hanno incontrato Gesù che passa quasi in occulto (Gv 7, 10) per i crocicchi apparentemente più usuali, e si sono decisi a seguirlo, abbracciando con amore la croce di ogni giorno (cfr Mt 16, 24). In questo tempo di sgretolamento generale, di cedimenti e di scoraggiamenti, o di libertinaggio e di anarchia, mi sembra ancor più attuale la semplice e profonda convinzione che, agli inizi del mio lavoro sacerdotale, e sempre, mi ha consumato nel desiderio di comunicarla a tutta l'umanità: queste crisi mondiali sono crisi di santi.

Senza dubbio è un obiettivo elevato e arduo. Ma non dimenticate che santi non si nasce: il santo si forgia nel continuo gioco della grazia divina e della corrispondenza umana. Tutto ciò che si sviluppa — scrive un autore cristiano dei primi secoli, riferendosi all'unione con Dio — agli inizi è piccolo. Alimentandosi gradualmente, con continui progressi, diventa grande (SAN MARCO EREMITA, De lege spirituali, 172 [PG 65, 926]). Pertanto ti dico che, se vuoi comportarti da cristiano coerente — so che le disposizioni non ti mancano, anche se spesso ti costa vincere o slanciarti verso l'alto con il tuo povero corpo —, devi mettere una cura estrema nei particolari più minuti, perché la santità che il Signore esige da te si ottiene compiendo con amore di Dio il lavoro, i doveri di ogni giorno, che quasi sempre sono un tessuto di cose piccole.

 Soffro molto al pensiero di cattolici — figli di Dio che, attraverso il battesimo, sono singolarmente chiamati ad essere un altro Cristo — i quali tranquillizzano la loro coscienza con una vita di pietà meramente formalistica, con una 'religiosità' che li induce a pregare solo di quando in quando, e soltanto se pensano di trarne vantaggio; ad assistere alla santa Messa nei giorni di precetto — e neppure in tutti —, mentre puntualmente curano la tranquillità del loro stomaco con pasti a ore fisse; a cedere nella fede, a barattarla con un piatto di lenticchie, pur di non rinunciare alla loro posizione… E poi, sfacciatamente e scandalosamente, utilizzano l'etichetta di cristiani per raggiungere i primi posti. No! Non accontentiamoci delle etichette: voglio che siate cristiani dalla testa ai piedi, tutti d'un pezzo; e, per esserlo, dovete cercare, senza concessioni, l'alimento spirituale adeguato.

Per esperienza personale sapete bene — e me lo avete sentito ripetere spesso, per prevenire scoraggiamenti — che la vita interiore consiste nel cominciare e ricominciare ogni giorno; e nel vostro cuore sentite, come lo sento io, che dobbiamo lottare incessantemente. Nel vostro esame di coscienza avrete notato — succede anche a me: scusate questi riferimenti personali, ma mentre vi parlo faccio con il Signore un ripasso dei bisogni della mia anima — che subite ripetutamente delle piccole sconfitte, e talvolta vi viene da pensare che esulano dal comune, perché denotano un'evidente mancanza d'amore, di impegno, di spirito di sacrificio, di delicatezza. Alimentate i desideri di riparazione con un sincero spirito di contrizione, ma — ve lo chiedo — non perdete la pace.

Può darsi che, fin dal principio, si alzino nuvole di polvere, e anche che i nemici della nostra santificazione impieghino una tecnica di terrorismo psicologico — di abuso di potere — così violenta e ben orchestrata, da attirare nella loro assurda direzione perfino chi, per molto tempo, ha mantenuto ben altra condotta, più logica e più retta. E benché la loro voce dia un suono da campana fessa, perché non è fusa in buon metallo ed è ben diversa dal richiamo del pastore, abusano della parola che è uno dei doni più preziosi che l'uomo abbia ricevuto da Dio, dono bellissimo per esprimere alti pensieri d'amore e di amicizia per il Signore e per le sue creature, al punto da far intendere il motivo per cui san Giacomo afferma che la lingua è un mondo d'iniquità (Gc 3, 6). I danni che può produrre sono tanti: menzogne, denigrazioni, diffamazioni, soperchierie, insulti, mormorazioni tendenziose.

Riferimenti alla Sacra Scrittura
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