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Ci sono 2 punti in «Amici di Dio» il cui argomento è Esempi pratici  → gli ornamenti crestati della cattedrale di Burgos.

Ricordo anche il periodo del mio soggiorno a Burgos, nella stessa epoca. Venivano in molti a trascorrere qualche giorno con me, approfittando dei permessi, mentre altri erano di stanza nelle caserme della zona. Come alloggio condividevo, con alcuni miei figli, un'unica stanza di un albergo sgangherato e, pur non disponendo nemmeno dello stretto indispensabile, ci organizzavamo in modo che quelli che venivano — ed erano centinaia — trovassero il necessario per riposare e ritemprarsi.

Avevo l'abitudine di passeggiare lungo le rive dell'Arlanzón per parlare con quei giovani, per ascoltare le loro confidenze, per orientarli con il consiglio opportuno che li confermasse o aprisse loro nuovi orizzonti di vita interiore; e sempre, con l'aiuto di Dio, li incoraggiavo, li stimolavo, li appassionavo alla loro vita di cristiani. Talvolta le nostre camminate giungevano fino al monastero di Las Huelgas; in altre occasioni facevamo una capatina nella cattedrale.

Mi piaceva salire su una delle sue torri, per far contemplare da vicino a quei ragazzi la selva di guglie, un autentico ricamo di pietra, frutto di un lavoro paziente, faticoso. In quelle conversazioni facevo notare che tutta quella meraviglia non era visibile dal basso. E, per materializzare ciò che tanto spesso avevo loro spiegato, commentavo: questo è il lavoro di Dio, l'opera di Dio!: portare a termine il lavoro professionale con perfezione, in bellezza, con la grazia di questi delicati merletti di pietra. Capivano, davanti a una realtà così palese, che tutto quello era preghiera, un bellissimo dialogo con il Signore. Coloro che spesero le loro forze in quel lavoro, sapevano perfettamente che dalle strade della città nessuno si sarebbe reso conto del loro sforzo: era soltanto per il Signore. Capisci adesso come la vocazione professionale può avvicinare a Dio? Fa' anche tu come quegli scalpellini, e anche il tuo lavoro sarà operatio Dei, un lavoro umano con viscere e fisionomia divine.

Convinti che Dio è dappertutto, noi coltiviamo i campi lodando il Signore, solchiamo i mari ed esercitiamo ogni altro mestiere cantando le sue misericordie (CLEMENTE ALESSANDRINO, Stromata, 7, 7 [PG 9, 451]).

In questo modo restiamo uniti a Dio in ogni momento. Anche se vi trovate isolati, lontani dal vostro ambiente abituale — come quei ragazzi in trincea —, vivrete messi nel Signore grazie al lavoro personale, generoso e continuo, che saprete trasformare in orazione, perché lo incomincerete e lo concluderete alla presenza di Dio Padre, di Dio Figlio e di Dio Spirito Santo.

Ma non dimenticate che siete anche alla presenza degli uomini, i quali attendono da voi — da te! — una testimonianza cristiana. Pertanto, nel lavoro professionale, nelle cose umane, dobbiamo agire in modo tale da non doverci vergognare se ci vedesse all'opera chi ci conosce e ci ama, chi potrebbe arrossire di noi. Se vi comporterete secondo lo spirito che cerco di insegnarvi, non disgusterete chi ha posto fiducia in voi, e voi stessi non dovrete arrossire: non vi succederà come all'uomo della parabola che si mise a costruire una torre: Gettate le fondamenta e non potendo finire il lavoro, i passanti cominciano a deriderlo, dicendo: «Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro» (Lc 14, 29-30).

Vi assicuro che, se non perdete il punto di mira soprannaturale, coronerete il vostro lavoro, porterete a termine la vostra cattedrale, fino all'ultima pietra.

Riferimenti alla Sacra Scrittura