Elenco di punti

Ci sono 3 punti in «Amici di Dio» il cui argomento è Debolezza umana  → miserie.

Partiremo dalle letture di questo martedì di Passione per parlare di divinizzazione, della possibilità, cioè, di vivere la vita stessa di Dio, ma imparando a distinguere la 'divinizzazione buona' dalla 'divinizzazione cattiva'. Parleremo pertanto di umiltà, perché è la virtù che ci aiuta a comprendere, ad un tempo, la nostra miseria e la nostra grandezza.

La nostra miseria risalta in modo anche troppo evidente. Non mi riferisco ai limiti di natura, alle tante aspirazioni illusorie che portano l'uomo a fare dei progetti che non realizzerà mai, non fosse altro perché gliene mancherà il tempo. Penso a ciò che facciamo male, alle cadute, agli errori che, potendo essere evitati, evitati non vengono.

Di continuo sperimentiamo la nostra personale inefficacia. Ma a volte sembra che tutte queste cose si sommino insieme e si manifestino con maggiore evidenza; allora ci rendiamo conto più che mai di essere ben poca cosa. Che fare? Expecta Dominum (Sal 26, 14), spera nel Signore; vivi di speranza, ci suggerisce la Chiesa, con amore e con fede. Viriliter age (Sal 26, 24), comportati virilmente. Che cosa importa essere creature di fango, se la nostra speranza è riposta in Dio? Se in qualche momento un'anima sperimenta la caduta, o fa un passo falso — non è necessario che succeda —, gli si dà il rimedio opportuno, come si fa abitualmente quando è in pericolo la salute fisica; poi, di nuovo in marcia!

Non avete mai visto, nelle famiglie, quando si possiede un fragile oggetto di valore — un vaso, per esempio —, quanta attenzione si pone perché non si rompa? Finché un giorno, il bambino, giocando, lo fa cadere a terra e il prezioso ricordo va in frantumi. Il dispiacere è grande, ma subito si provvede a riparare il danno: il vaso viene ricomposto, incollato con cura, e alla fine l'oggetto appare più bello di prima.

Ma se l'oggetto è di minor valore, o semplicemente di terracotta, bastano alcuni punti di fil di ferro o di altro metallo per tenere insieme i pezzi. Il vaso, così riparato, acquista un incanto particolare.

Cerchiamo di applicare tutto ciò alla vita interiore. Di fronte alle nostre miserie e ai nostri peccati, di fronte ai nostri errori — anche se, per grazia di Dio, sono di poca importanza —, ricorriamo alla preghiera e diciamo a Dio nostro Padre: «Signore, alla mia povertà, alla mia fragilità, ai cocci di questo vaso rotto, metti qualche punto, e io — con il mio dolore e con il tuo perdono — sarò più forte e più bello di prima». È una preghiera consolante, da ripetere ogni volta che si rompe la povera terracotta di cui siamo fatti.

Non possiamo meravigliarci d'esser fragili, non possiamo rimanere stupiti vedendo che la nostra condotta si svia per un nonnulla; confidiamo nel Signore che ci offre sempre il suo aiuto: Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? (Sal 26, 1). Di nessuno. Parlando in questo modo con il Padre celeste, non avremo paura di niente e di nessuno.

Liberami dall'uomo iniquo e fallace (cfr Sal 42, 1 [Graduale della Messa]) che è in me. Ancora una volta il testo della Messa ci parla della 'divinizzazione buona': esso mette in evidenza ai nostri occhi la pasta cattiva di cui siamo fatti, con le sue malvagie inclinazioni; poi ci esorta ad esclamare: Emitte lucem tuam (Sal 42, 3 [Graduale della Messa]), fa' splendere la tua luce e la tua verità; siano esse a guidarmi al tuo monte santo. Non mi rincresce dirvi che mi sono commosso recitando le parole del graduale.

Come dobbiamo comportarci per ottenere 'la divinizzazione buona'? Nel Vangelo leggiamo che Gesù non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo (Gv 7, 1). Lui, che con un atto della sua volontà poteva distruggere i suoi nemici, non rifugge invece i mezzi umani. Lui, che era Dio e a cui bastava una decisione per cambiare le circostanze, ci ha lasciato una lezione incantevole: non andò in Giudea. I suoi fratelli gli dissero: «Parti di qui e va' nella Giudea perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che fai» (Gv 7, 3). Desideravano che desse spettacolo. Non vedete che è tutta una lezione sulla 'divinizzazione buona' e su quella 'cattiva'?

Divinizzazione buona: Confidino in te — canta l'offertorio — quanti conoscono il tuo nome, perché non abbandoni chi ti cerca, Signore (Sal 9, 11). E tutto è gioia in questo vaso di terracotta pieno di punti, perché Egli non dimentica il grido degli afflitti (Sal 9, 13), la preghiera degli umili.

Riferimenti alla Sacra Scrittura
Riferimenti alla Sacra Scrittura