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Ci sono 3 punti in «Amici di Dio» il cui argomento è Vocazione cristiana .

Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo». Alcuni tra i migliori che lo attorniavano dicono al cieco: «Coraggio! Alzati, ti chiama!» (Mc 10, 49). È la vocazione cristiana! Però la chiamata di Dio non è una sola. Anzi, il Signore ci cerca ad ogni momento: «Alzati — ci dice — esci dalla tua pigrizia, dalla tua comodità, dai tuoi egoismi meschini, dai tuoi piccoli problemi senza importanza. Distàccati dalla terra, tu che te ne stai lì piatto, gretto, informe. Guadagna altezza, peso, volume e visione soprannaturale».

Quell'uomo, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù (Mc 10, 50). Buttò via il mantello! Non so se ti sei mai trovato in zona di guerra. A me è capitato, molti anni fa, di passare qualche volta sul campo di battaglia, a poche ore dalla fine di un combattimento; e lì, abbandonati sul suolo, c'erano coperte, borracce e zaini pieni di ricordi di famiglia: lettere e fotografie di persone care…! E non appartenevano agli sconfitti: erano dei vincitori! Tutte quelle cose costituivano un ingombro per correre più rapidamente a superare le postazioni nemiche. Come per Bartimeo, per correre dietro a Cristo.

Non dimenticare che per giungere fino a Cristo è necessario il sacrificio; gettare via tutto quello che ingombra, coperta, zaino, borraccia. È così che tu devi avanzare nella lotta per la gloria di Dio, in questa guerra d'amore e di pace con cui vogliamo estendere il regno di Cristo. Per servire la Chiesa, il Romano Pontefice e le anime, devi essere pronto a rinunciare a tutto quello che ingombra; a rimanere senza quella coperta che è riparo nelle notti rigide; senza quei cari ricordi di famiglia; senza il refrigerio dell'acqua. Lezione di fede, lezione d'amore. Perché Cristo va amato così.

Ci sentiamo scossi, e il cuore batte più forte, quando ascoltiamo con attenzione il grido di san Paolo: Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione (1 Ts 4, 3). Oggi, ancora una volta, lo ripropongo a me stesso, lo ricordo a voi e a tutti gli uomini: questa è la volontà di Dio, che siamo santi.

Per dare la pace alle anime, ma una pace vera, per trasformare la terra, per cercare il Signore Dio nostro nel mondo e attraverso le cose del mondo, è indispensabile la santità personale. Nelle mie conversazioni con persone di tanti paesi e dei più diversi ambienti sociali, spesso mi sento domandare: «Che cosa può dire a noi che siamo sposati? E a noi che lavoriamo nei campi? E alle vedove? E ai giovani?».

Rispondo sistematicamente che ho "un'unica zuppiera" da offrire, e ribadisco che Gesù ha predicato a tutti la buona novella, senza distinzione alcuna. Una sola zuppiera e un solo alimento: Il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato, e portare a compimento la sua opera (Gv 4, 34). Tutti sono chiamati alla santità, il Signore chiede amore a ciascuno: giovani e anziani, celibi e sposati, sani e malati, dotti e ignoranti, dovunque lavorino, dovunque si trovino. C'è un solo modo per crescere in intimità e in confidenza con Dio: frequentarlo nell'orazione, parlare con Lui, esprimergli — cuore a cuore — il nostro affetto.

Torno a confermare che non alludo a un modo straordinario di vivere cristianamente. Ciascuno di noi mediti su ciò che Dio ha fatto per lui, e come ha corrisposto. Se siamo coraggiosi in questo esame personale, ci renderemo conto di ciò che ancora ci manca. Ieri mi sono commosso sentendo parlare di un catecumeno giapponese che insegna il catechismo a degli amici che ancora non conoscono Cristo. E mi sono sentito in colpa. Abbiamo bisogno di avere più fede: una grande fede! E, con la fede, avremo la contemplazione.

Rimeditate con calma quella divina affermazione, che inquieta l'anima e, nello stesso tempo, le fa gustare la dolcezza del miele: Redemi te, et vocavi te nomine tuo: meus es tu (Is 43, 1); ti ho redento e ti ho chiamato per nome: sei mio. Non rubiamo a Dio ciò che è suo. Un Dio che ci ha amato fino a morire per noi, che ci ha scelti da tutta l'eternità, prima della creazione del mondo, per essere santi al suo cospetto (cfr Ef 1, 4); e continuamente ci offre occasioni di purificazione e di impegno.

Ma se avessimo ancora qualche dubbio, ecco un'altra prova dalle sue labbra: Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho destinati ad andare e a portar frutto; e il vostro frutto permanga, il frutto del vostro lavoro di anime contemplative (cfr Gv 15, 16).

Dunque, fede, fede soprannaturale. Quando la fede vacilla, l'uomo tende a immaginarsi un Dio lontano, che quasi non si prende cura dei figli. Pensa la religione come un qualcosa di estrinseco, cui attingere quando non ci sono altre risorse; si aspetta, allora, e non si capisce su che base, manifestazioni spettacolari, avvenimenti insoliti. Quando la fede vibra nell'anima, invece, ci si accorge che i passi del cristiano non si allontanano dalla vita normale e quotidiana di ogni uomo. E che la santità grande, che Dio ci richiede, è racchiusa nelle piccole cose di ogni giorno, qui ed ora.