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Tutta la Trinità è presente nel sacrificio dell'altare. Per la volontà del Padre e con la cooperazione dello Spirito Santo, il Figlio si offre come vittima redentrice. Impariamo a rivolgerci alla Trinità Beatissima, Dio uno e trino: tre Persone divine nell'unità della loro sostanza, del loro amore, della loro efficace azione santificatrice.

Subito dopo il Lavabo il sacerdote pronuncia questa orazione: Accetta, o Trinità Santa, quest'offerta che ti presentiamo in memoria della Passione, Risurrezione ed Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo (Messale Romano, Offertorio, Offerta alla Santissima Trinità). E al termine della Messa c'è un'altra orazione di fervente omaggio a Dio uno e trino: Placeat tibi, Sancta Trinitas, obsequium servitutis meae… ti sia gradito, Trinità Santa, l'ossequio del tuo servo: possa questo sacrificio, che io benché indegno ho offerto alla tua Maestà, esserti accetto, e per tua misericordia, attirare il tuo favore su di me e su tutti coloro per i quali l'ho offerto (Messale Romano, Orazione che precede la benedizione finale).

La Messa — ripeto — è azione divina, trinitaria, non umana. Il sacerdote che celebra, collabora al progetto del Signore, prestando il suo corpo e la sua voce; ma non agisce in nome proprio, bensì in persona et in nomine Christi, nella persona di Cristo e nel nome di Cristo.

L'amore della Trinità per gli uomini fa sì che dalla presenza di Cristo nell'Eucaristia derivino tutte le grazie per la Chiesa e per l'umanità. Questo è il sacrificio predetto da Malachia: Dall'oriente all'occidente grande è il mio nome fra le genti, e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome e una oblazione pura (Ml 1, 11).

È il sacrificio di Cristo, offerto al Padre con la cooperazione dello Spirito Santo: oblazione di valore infinito, che rende eterna in noi la Redenzione che i sacrifici dell'antica legge non hanno potuto realizzare.

Riferimenti alla Sacra Scrittura
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