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Facciamo presente a Gesù che siamo bambini. E i bambini, i bambini piccolini e impacciati, che fatica fanno per salire un gradino! Se ne stanno lì, sembra, a perdere tempo. Alla fine, ce l'hanno fatta. Adesso, un altro gradino. Con le mani e con i piedi, e con la spinta di tutto il corpo, ottengono un nuovo trionfo: un altro gradino. E si torna a cominciare. Che sforzi! Ormai ne mancano pochi…, ma, proprio allora, un ruzzolone… e, ahi!, giù di nuovo. Pieno di lividi, inondato di lacrime, il povero bimbo comincia, ricomincia a salire.

Così è di noi, Gesù, quando siamo soli. Prendici Tu nelle tue braccia amabili, come un Amico grande e buono del bambino impacciato; non lasciarci finché non siamo arrivati in cima; e allora — oh, allora! — sapremo corrispondere al tuo Amore Misericordioso, con audacia infantile, dicendoti, dolce Signore, che, a parte Maria e Giuseppe, non c'è stato né ci sarà alcun mortale — e ce ne sono stati di molto pazzi — che ti ami come ti amo io.

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