Crogiolo

Non ti dico di togliermi gli affetti, Signore, perché con essi posso servirti, ma di affinarli nel crogiolo.

Di fronte a tutte le meraviglie di Dio, e di fronte a tutti i nostri fallimenti umani, dobbiamo riconoscere: Tu sei tutto per me: serviti di me come vuoi! — E la solitudine più non esisterà per te, per noi.

Il grande segreto della santità si riduce ad assomigliare sempre più a Lui, che è l'unico e amabile Modello.

Quando ti metti a pregare, e non vedi nulla, e ti senti irrequieto e arido, la strada è questa: non pensare a te; volgi invece i tuoi occhi alla Passione di Gesù Cristo, nostro Redentore.

Convinciti che anche a ciascuno di noi chiede, come a quei tre Apostoli più intimi, nell'Orto degli Ulivi: “Vegliate e pregate”.

Nell'aprire il Santo Vangelo, pensa che ciò che vi si narra — opere e detti di Cristo — non devi soltanto saperlo, ma devi anche viverlo. Tutto, ogni passo riportato, è stato raccolto, particolare per particolare, perché tu lo incarni nelle circostanze concrete della tua esistenza.

— Il Signore ha chiamato noi cattolici a seguirlo da vicino e, in questo Testo Santo, trovi la Vita di Gesù; ma, inoltre, vi devi trovare la tua stessa vita.

Anche tu imparerai a domandare, pieno d'amore, come l'Apostolo: “Signore, che cosa vuoi che io faccia?…”. — La volontà di Dio!, sentirai nella tua anima in modo perentorio.

Prendi, dunque, il Vangelo ogni giorno, e leggilo e vivilo come guida concreta. — I santi hanno fatto così.

Se davvero vuoi che il tuo cuore reagisca sicuramente, ti consiglio di metterti in una Piaga del Signore: così ne diverrai intimo, ti aggrapperai a Lui, sentirai palpitare il suo Cuore…, e lo seguirai in tutto ciò che ti vorrà chiedere.

Per noi che amiamo Gesù, lo “scacciapensieri” è senza alcun dubbio l'orazione.

La Croce simbolizza la vita dell'apostolo di Cristo, con un vigore e una verità che affascinano l'anima e il corpo, anche se a volte essa costa e se ne nota il peso.

Comprendo che, per Amore, tu desideri patire con Cristo: mettere le tue spalle fra Lui e i carnefici che lo flagellano; offrire il tuo capo, e non il suo, alle spine; e i tuoi piedi e le tue mani, ai chiodi;… o, almeno, far compagnia a nostra Madre Santa Maria, sul Calvario, e accusarti di deicidio per i tuoi peccati…, e soffrire e amare.

Mi sono proposto di frequentare di più il Paraclito, e di chiedere le sue luci, mi hai detto.

— Bene: ricorda però, figliolo, che lo Spirito Santo è frutto della Croce.

L'amore che dà gusto, che rende felice l'anima, si fonda sul dolore: non c'è amore senza rinunzia.

Cristo inchiodato sulla Croce, e tu?…: ancora tutto preso dai tuoi gusti! Mi correggo: inchiodato dai tuoi gusti!

Non siamo — non possiamo essere! — cristiani sdolcinati: è logico che sulla terra ci siano dolore e Croce.

In questa nostra vita bisogna mettere in conto la Croce. Chi non mette in conto la Croce non è cristiano…, e non potrà evitare l'incontro con “la sua croce”, sulla quale si dispererà.

Ora che la Croce è seria, pesante, Gesù sistema le cose in modo da colmarci di pace: si fa nostro Cireneo, perché il carico risulti leggero.

Digli, allora, pieno di fiducia: Signore, che Croce è mai questa? Una Croce senza croce. D'ora in poi, col tuo aiuto, avendo imparato la ricetta di abbandonarmi in Te, tutte le mie croci saranno sempre così.

Riafferma nella tua anima l'antico proposito di quell'amico: Signore, voglio la sofferenza, non lo spettacolo.

Avere la Croce, è avere la gioia: è avere Te, Signore!

Ciò che rende veramente infelice una persona — e persino un'intera società — è la ricerca, affannosa ed egoistica, del benessere: lo sforzo di eliminare tutto ciò che arreca fastidio.

La via dell'Amore si chiama Sacrificio.

La Croce, la Santa Croce!, pesa. — Da una parte, i miei peccati. Dall'altra, la triste realtà delle sofferenze della Chiesa nostra Madre; l'apatia di tanti cattolici che hanno “un volere senza volere”; la separazione — per motivi diversi — da persone care; le malattie e le afflizioni, proprie e altrui…

La Croce, la Santa Croce!, pesa: “Fiat, adimpleatur…!”. — Si faccia, si compia, sia lodata ed eternamente glorificata la giustissima e amabilissima Volontà di Dio su tutte le cose! Amen, Amen.

Quando si va dove va Cristo; quando non c'è più rassegnazione, ma l'anima si adegua alla Croce — prende forma di Croce —; quando si ama la Volontà di Dio; quando si ama la Croce…, allora, solo allora, la porta Lui.

Unisci il dolore — la Croce esterna o interiore — alla Volontà di Dio, mediante un “fiat!” generoso, e ti riempirai di gioia e di pace.

Segni certi della vera Croce di Cristo: la serenità, un profondo senso di pace, un amore disposto a qualunque sacrificio, un'efficacia grande che sgorga dal Costato stesso di Gesù, e sempre — in modo evidente — la gioia: una gioia che proviene dal sapere che chi si dona davvero è vicino alla Croce e, di conseguenza, è vicino a nostro Signore.

Non trascurare di vedere e di gradire la predilezione del Re che, per tutta la tua vita, segna di continuo la tua carne e il tuo spirito con il sigillo regale della Santa Croce.

“Porto addosso — scriveva quell'amico — un piccolo Crocifisso, con la figura tutta consumata dall'uso e dai baci, ereditato da mio padre alla morte di sua madre, che lo usava abitualmente.

Siccome è senza pregio ed è molto consumato, non mi azzarderò a regalarlo a nessuno, e così — nel guardarlo — aumenterà il mio amore per la Croce”.

Così pregava un sacerdote, in un momento di afflizione: “Venga, Gesù, la Croce che vuoi Tu: fin da ora la ricevo con gioia, e la benedico con la preziosa benedizione del mio sacerdozio”.

Quando ricevi qualche colpo violento, qualche Croce, non devi affliggerti. Al contrario, con volto lieto, devi ringraziare il Signore.

Ieri ho visto un quadro di Gesù defunto, che mi ha affascinato. Un angelo, con indicibile compunzione, gli bacia la mano sinistra; un altro, ai piedi del Salvatore, sostiene un chiodo estratto dalla Croce; e, in primo piano, di spalle, un angioletto bambino piange, rivolto al Cristo.

Ho chiesto al Signore che qualcuno mi regali quel quadro: è bello, effonde pietà. — Mi ha rattristato sapere che una persona cui fu mostrata la tela perché la comprasse, la rifiutò dicendo: “Un cadavere!”. Per me, sarai sempre la Vita.

Signore — non mi importa ripeterlo mille volte —: voglio farti compagnia, soffrendo con Te, nelle umiliazioni e nelle crudeltà della Passione e della Croce.

Trovare la Croce è trovare Cristo.

Gesù, che il tuo Sangue divino penetri nelle mie vene, per farmi vivere, in ogni istante, la generosità della Croce.

Di fronte a Gesù morto sulla Croce, prega affinché la Vita e la Morte di Cristo siano il modello e lo stimolo della tua vita e della tua risposta alla Volontà divina.

Ricordalo nell'ora del dolore e dell'espiazione: la Croce è il segno di Cristo Redentore. Ha smesso di essere il simbolo del male per diventare il segnale della vittoria.

Metti, tra gli ingredienti del pasto, quello “squisito” della mortificazione.

Non è spirito di penitenza fare in certi giorni grandi mortificazioni, e in altri tralasciarle.

— Spirito di penitenza significa sapersi vincere tutti i giorni, offrendo cose — grandi e piccole — per amore e senza spettacolo.

Se uniamo le nostre piccolezze — le contrarietà grandi e quelle insignificanti — alle grandi sofferenze del Signore, Vittima — l'unica Vittima è Lui! —, aumenterà il loro valore, diventeranno un tesoro e, allora, prenderemo volentieri, con eleganza, la Croce di Cristo.

— E così non vi sarà pena che non sia vinta con rapidità; e non vi sarà niente e nessuno a toglierci la pace e l'allegria.

Per essere apostolo, devi portare in te — come insegna San Paolo — Cristo crocifisso.

È vero! La Santa Croce porta nelle nostre vite la conferma inequivocabile che siamo di Cristo.

La Croce non è la pena, né il dispiacere, né l'amarezza… È il legno santo su cui Gesù Cristo trionfa… e su cui trionfiamo noi quando riceviamo con gioia e con generosità ciò che Egli ci manda.

Oltre che dal Santo Sacrificio, hai visto che dalla tua Fede e dal tuo Amore — dalla tua penitenza, dalla tua orazione e dalla tua azione — dipende in buona parte la perseveranza dei tuoi e, a volte, persino la loro vita terrena.

— Croce benedetta, che siamo il mio Signore Gesù — Lui —, e tu, e io a portare.

Oh, Gesù, voglio essere un falò di pazzia d'Amore! Voglio che la mia sola presenza basti a incendiare il mondo, nel raggio di molti chilometri, con un fuoco inestinguibile. Voglio sapere che sono tuo. Poi, venga pure la Croce…

— Magnifico cammino!: soffrire, amare e credere.

Quando sei ammalato, offri con amore le tue sofferenze, e si trasformeranno in incenso che si innalza in onore di Dio e che ti santifica.

Devi essere, come figlio di Dio e con la sua grazia, uomo o donna forte, di desideri e di opere.

— Non siamo piante di serra. Viviamo in mezzo al mondo, e dobbiamo stare esposti a tutti i venti, al caldo e al freddo, alla pioggia e ai cicloni…, ma fedeli a Dio e alla sua Chiesa.

Quanto male fanno gli scherni, anche se la volontà si sforza di amarli!

— Non ti meravigliare: offrili a Dio.

Ti ha molto ferito lo scherno!… — Vuol dire che dimentichi troppo in fretta quello che sei.

Di fronte alle accuse che riteniamo ingiuste, esaminiamo la nostra condotta, davanti a Dio, “cum gaudio et pace” — con allegra serenità, e rettifichiamo, anche se si tratta di cose innocenti, se la carità ce lo consiglia.

— Lottiamo per essere santi, ogni giorno di più: e, poi, “parlino pure”, purché a quelle parole si possa applicare la beatitudine “beati estis cum… dixerint omne malum adversus vos mentientes propter me” — beati quando vi calunnieranno per causa mia.

È stato detto — non ricordo da chi, né dove — che la bufera dell'insidia si accanisce contro coloro che eccellono, come l'uragano sferza i pini più alti.

Intrighi, interpretazioni meschine — ritagliate a misura del cuore volgare di chi interpreta —, vili mormorazioni… — È una scena che purtroppo si ripete in diversi ambienti: non lavorano, e non lasciano lavorare.

Medita con calma i versetti del salmo: “Dio mio, sono un estraneo per i miei fratelli, un forestiero per i figli di mia madre. Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta”…, e continua a lavorare.

Non si può fare il bene, anche se tutti sono anime buone, senza la Croce santa dei pettegolezzi.

In silentio et in spe erit fortitudo vestra” — nel silenzio e nella perseveranza sarà la vostra forza…, assicura il Signore ai suoi. Tacere e confidare: due armi fondamentali al momento dell'avversità, quando ti si negano le risorse umane.

Anche la sofferenza sopportata senza un lamento — guarda Gesù nella sua Santa Passione e Morte — dà la misura dell'Amore.

Un'anima desiderosa di essere tutta di Dio e, per Lui, di tutte le anime, pregava così: “Signore, ti chiedo di agire in me peccatore, di rettificare e di purificare e di passare al crogiolo le mie intenzioni”.

Mi colpì la condiscendenza — la transigenza e l'intransigenza — di quell'uomo dottissimo e santo, che diceva: sono d'accordo su tutto, purché non sia offesa a Dio.

Considera il bene che hanno fatto alla tua anima coloro che, nel corso della tua vita, ti hanno danneggiato o hanno cercato di danneggiarti.

— Altri chiamano nemici questo genere di persone. Tu, cercando almeno in questo di imitare i santi, ed essendo ben poca cosa per avere o aver avuto dei nemici, chiamali “benefattori”. E finirà che, a forza di raccomandarli a Dio, ti diventeranno simpatici.

Figlio mio, ascoltami bene: sii felice, quando ti maltrattano e ti diffamano; quando molta gente si scatena e diventa di moda sputarti addosso, perché sei “omnium peripsema” — come spazzatura per tutti…

— Costa, costa molto. È duro, finché — alla fine — uno si avvicina al Tabernacolo, si vede considerato come tutta la lordura del mondo, come un povero verme, e dice sinceramente: “Signore, se Tu non hai bisogno del mio onore, io che me ne faccio?”.

Fino a quel momento, un figlio di Dio non sa che cos'è la felicità: fino a quando non giunge a questa nudità, a questa donazione, che è donazione di amore, ma fondata sulla mortificazione, sul dolore.

L'opposizione delle persone buone? — Cose del demonio.

Quando perdi la calma e diventi nervoso, è come se togliessi ragione alla ragione che hai.

In questi momenti, si ode di nuovo la voce del Maestro rivolta a Pietro che affonda nelle acque della sua mancanza di pace e del suo nervosismo: “Perché hai dubitato?”.

L'ordine darà armonia alla tua vita, e ti porterà la perseveranza. L'ordine darà pace al tuo cuore, e compostezza al tuo portamento.

Trascrivo queste parole, perché possono dare pace alla tua anima: “Mi trovo in una situazione economica più angosciante che mai. Non perdo la pace. Ho la certezza assoluta che Dio, mio Padre, risolverà finalmente tutta questa faccenda.

Voglio, Signore, abbandonare nelle tue mani generose la cura di tutto ciò che è mio. Nostra Madre — tua Madre! — ti ha già fatto risuonare all'orecchio, come a Cana: non hanno!… Io credo in Te, spero in Te, Ti amo, Gesù: per me, niente; per loro”.

Amo la tua Volontà. Amo la santa povertà, mia grande signora.

— E aborrisco, per sempre, tutto ciò che implichi, anche lontanamente, mancanza di adesione alla tua giustissima, amabilissima e paterna Volontà.

Lo spirito di povertà, di distacco dai beni terreni, va a tutto vantaggio dell'efficacia nell'apostolato.

Nazaret: cammino di fede, di distacco, in cui il Creatore si sottomette alle creature come al Padre suo Celeste.

Gesù parla sempre con amore…, anche quando ci corregge o quando permette la tribolazione.

Identìficati con la Volontà di Dio…, e così la contrarietà non è contrarietà.

Dio ci ama infinitamente di più di quanto tu stesso ti ami… consentigli, dunque, di essere esigente con te!

Accetta senza paura la Volontà di Dio; formula senza esitazioni il proposito di edificare, tutta la tua vita, con ciò che ci insegna ed esige da noi la nostra fede.

— In questo modo, sii certo che, anche tra le pene e persino tra le calunnie, sarai felice, di una felicità che ti spingerà ad amare gli altri, e a farli partecipi della tua gioia soprannaturale.

Se vengono le contrarietà, sii certo che sono una prova dell'amore di Padre che il Signore ha per te.

Nella forgia di dolore che accompagna la vita di tutte le persone che amano, il Signore ci insegna che chi cammina senza paura — anche se costa — sulle orme del Maestro, trova la gioia.

Irrobustisci il tuo spirito con la penitenza, in modo da non scoraggiarti mai quando giunge la contrarietà.

Deciditi una buona volta a proporti di identificarti con il Cristo che è la Vita!

Per perseverare sulle orme di Gesù, occorre una libertà continua, una volontà continua, un continuo esercizio della propria libertà.

Ti meraviglia scoprire che, in ogni possibilità di miglioramento, vi sono molti traguardi diversi…

— Sono altre strade, all'interno del “cammino”, che evitano l'abitudinarismo, sempre possibile, e ti avvicinano di più al Signore.

— Aspira con generosità alle mete più alte.

Lavora con umiltà, e cioè conta in primo luogo sulle benedizioni di Dio, che non ti mancheranno; poi, sui tuoi buoni desideri; sui tuoi piani di lavoro; e sulle difficoltà!, senza dimenticare che, tra le difficoltà, devi mettere sempre la tua mancanza di santità.

— Sarai un buono strumento, se lotti ogni giorno per essere migliore.

Mi confidasti che, nella tua orazione, aprivi il cuore al Signore con queste parole: “Considero le mie miserie, che sembrano aumentare, nonostante le tue grazie, senza dubbio per la mia mancanza di corrispondenza. Riconosco in me la carenza di qualsiasi preparazione per l'impresa che mi chiedi. E, quando leggo sui giornali che tanti e tanti uomini di prestigio, di talento e con risorse economiche, parlano e scrivono e organizzano per difendere il tuo regno…, guardo me stesso e mi ritrovo così nessuno, così ignorante e così povero, in una parola, così piccolo…, che mi riempirei di confusione e di vergogna, se non sapessi che Tu mi vuoi così. Oh, Gesù! D'altra parte, sai bene quanto volentieri abbia messo ai tuoi piedi la mia ambizione… Fede e Amore: Amare, Credere e Soffrire. In questo sì che voglio essere ricco e sapiente, ma non più sapiente né ricco di quanto Tu, nella tua Misericordia senza limiti, hai disposto: perché tutto il mio prestigio e tutto il mio onore debbo cercarli nel compiere fedelmente la tua giustissima e amabilissima Volontà”.

— Ti consigliai di non fermarti solo a questi buoni desideri.

L'amore per Dio ci invita ad alzare di peso la Croce…, a sentire sulle nostre spalle il carico dell'umanità tutta, e a realizzare, nelle circostanze proprie della condizione e del lavoro di ciascuno, i disegni — chiari e amorosi insieme — della Volontà del Padre.

Il pazzo più grande che ci sia mai stato e che mai ci sarà è Lui. C'è pazzia più grande di darsi come e a chi Egli si dà?

Perché sarebbe già stata pazzia il farsi e restare Bambino indifeso; però, in tal caso, anche molti cattivi si sarebbero inteneriti, e non avrebbero osato maltrattarlo. Gli parve poco: volle annichilirsi di più e darsi di più. E si è fatto cibo, si è fatto Pane.

— Divino Pazzo! Come ti trattano gli uomini?… E io stesso?

Gesù, la tua pazzia d'Amore mi ruba il cuore. Te ne stai inerme e piccolo, per far grandi coloro che si cibano di Te.

Devi ottenere che la tua vita sia essenzialmente, totalmente!, eucaristica.

Mi piace chiamare il Tabernacolo carcere d'amore!

— Da venti secoli Egli è lì… volontariamente prigioniero!, per me, e per tutti.

Hai pensato qualche volta a come ti prepareresti per ricevere il Signore, se si potesse fare la Comunione una sola volta nella vita?

— Siamo riconoscenti a Dio per la facilità che abbiamo di avvicinarci a Lui, ma… dobbiamo esprimere gratitudine preparandoci molto bene, per riceverlo.

Di' al Signore che, d'ora in poi, ogni volta che celebri la Santa Messa o vi assisti, e amministri o ricevi il Sacramento dell'Eucaristia, lo farai con una fede grande, con un amore ardente, come se fosse l'ultima volta della tua vita.

— E addolórati, per le negligenze passate.

Mi spiego la tua ansia di ricevere ogni giorno la Santa Eucaristia, perché chi si sente figlio di Dio ha un imperioso bisogno di Cristo.

Mentre assisti alla Santa Messa, pensa — è così! — che stai partecipando a un Sacrificio divino: sull'altare, Cristo torna a offrirsi per te.

Quando lo ricevi, digli: Signore, spero in Te; ti adoro, ti amo, aumenta la mia fede. Sii il sostegno della mia debolezza, Tu che sei rimasto nell'Eucaristia, inerme, per porre rimedio alla debolezza delle creature.

Dobbiamo far nostre, per assimilazione, queste parole di Gesù: “Desiderio desideravi hoc Pascha manducare vobiscum” — ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi. In nessun altro modo potremo esprimere meglio il nostro massimo interesse e amore per il Santo Sacrificio, se non rispettando accuratamente anche la più piccola delle cerimonie prescritte dalla sapienza della Chiesa.

E, oltre all'Amore, deve sollecitarci la “necessità” di somigliare a Gesù Cristo, non solo interiormente, ma anche esternamente, nel muoverci — negli ampi spazi dell'altare cristiano — con il ritmo e l'armonia della santità obbediente, che si identifica con la Volontà della Sposa di Cristo, e cioè con la Volontà di Cristo stesso.

Dobbiamo ricevere il Signore, nell'Eucaristia, come si ricevono i grandi della terra, anzi, meglio!: con ornamenti, luci, vestiti nuovi…

— E se mi domandi che pulizia, che ornamenti e che luci devi avere, ti risponderò: pulizia nei tuoi sensi, uno per uno; ornamenti nelle tue facoltà, una per una; luce in tutta la tua anima.

Sii anima di Eucaristia! — Se il centro dei tuoi pensieri e delle tue speranze è il Tabernacolo, come saranno abbondanti, figlio mio, i frutti di santità e di apostolato!

Gli oggetti usati nel culto divino devono essere artistici, tenendo presente che il culto non è per l'arte, ma l'arte è per il culto.

Accorri con perseveranza davanti al Tabernacolo, fisicamente o con il cuore, per sentirti sicuro, per sentirti sereno: ma anche per sentirti amato…, e per amare!

Trascrivo alcune parole di un sacerdote, rivolte a coloro che lo seguivano nella sua impresa apostolica: “Quando contemplate l'Ostia Santa esposta nell'ostensorio sull'altare, pensate che amore, che tenerezza è quella di Cristo. Io me lo spiego per l'amore che vi porto; se, lavorando lontano, potessi stare allo stesso tempo accanto a ciascuno di voi, come lo farei volentieri!

Cristo, invece, può farlo! Ed Egli, che ci ama con un amore infinitamente superiore a quello che tutti i cuori della terra possono albergare, è rimasto affinché possiamo unirci sempre alla sua Santissima Umanità, e per aiutarci, per consolarci, per fortificarci, affinché siamo fedeli”.

Non pensare che sia facile fare della vita un servizio. Tale desiderio, così buono, va tradotto in fatti perché “il regno di Dio non consiste in parole, ma nella virtù”, insegna l'Apostolo; e perché la pratica di un costante aiuto agli altri non è possibile senza sacrificio.

Abbi, sempre e in tutto, il medesimo sentire della Chiesa! — Acquista, perciò, la formazione spirituale e dottrinale necessaria, che faccia di te una persona di retto criterio nelle tue opzioni temporali, umile e pronto a rettificare quando ti accorgi che sbagli.

— La nobile rettifica degli errori personali è un modo, molto umano e molto soprannaturale, di esercitare la libertà personale.

Urge la diffusione della luce della dottrina di Cristo.

Fa' provvista di formazione, riempiti di idee chiare, della pienezza del messaggio cristiano, per poterlo poi trasmettere agli altri.

— Non aspettarti illuminazioni da Dio, che non ha motivo di dartene, dal momento che disponi di mezzi umani concreti: lo studio, il lavoro.

L'errore non solo ottenebra l'intelligenza, ma divide anche le volontà.

— Invece, “veritas liberabit vos” — la verità vi libererà dalle fazioni che inaridiscono la carità.

Cerchi di frequentare quel collega che ti saluta appena…, e ti costa.

— Persevera e non giudicarlo; avrà “i suoi motivi”, così come tu rafforzi i tuoi, per raccomandarlo al Signore ogni giorno di più.

Se tu stai nel mondo a quattro zampe, come puoi meravigliarti che gli altri non siano angeli?

Vigila con amore per vivere la santa purezza…, perché è più facile spegnere una scintilla che un incendio.

Ma tutta la diligenza umana, con la mortificazione e il cilicio e il digiuno — armi necessarie! —, quanto poco valgono senza di Te, Dio mio!

Ricorda costantemente che tu collabori alla formazione umana e spirituale di quanti ti circondano, e di tutte le anime — a tanto arriva la benedetta Comunione dei Santi —, in ogni momento: quando lavori e quando riposi; quando ti si vede allegro o preoccupato; quando nel tuo lavoro o in mezzo alla strada fai la tua orazione di figlio di Dio, e traspare all'esterno la pace della tua anima; quando si vede che hai sofferto — che hai pianto —, e sorridi.

Una cosa è la santa coazione e ben altra la violenza cieca o la vendetta.

Lo ha detto il Maestro: magari noi figli della luce mettessimo, nel fare il bene, almeno lo stesso impegno e l'ostinazione con cui i figli delle tenebre si dedicano alle loro opere!

— Non lamentarti: lavora, invece, per annegare il male nell'abbondanza del bene!

È una carità falsa quella che danneggia l'efficacia soprannaturale dell'apostolato.

Dio ha bisogno di donne e di uomini sicuri, solidi, su cui ci si possa appoggiare.

Non viviamo per la terra, né per il nostro onore, ma per l'onore di Dio, per la gloria di Dio, per il servizio di Dio: ecco ciò che ci deve muovere!

Da quando nostro Signore Gesù Cristo ha fondato la Chiesa, questa nostra Madre ha subìto continue persecuzioni. Forse in altri tempi le persecuzioni erano fatte apertamente, e ora sono organizzate molto spesso in modo mascherato; però, oggi come ieri, si continua a combattere la Chiesa.

— Quanto siamo obbligati a vivere, quotidianamente, da cattolici responsabili!

Usa, per la tua vita, questa ricetta: “Non mi ricordo di esistere. Non penso alle mie cose, perché non me ne resta il tempo”.

— Lavoro e servizio!

L'ineguagliabile bontà di nostra Madre Santa Maria segue queste linee direttrici: un amore portato all'estremo, nel compiere con accuratezza la Volontà divina, e una completa dimenticanza di sé stessa, contenta di stare lì, dove Dio la vuole.

— Per questo, neppure il più piccolo dei suoi gesti è banale. — Impara.

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