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Il progresso della storia della Chiesa, del resto, ha condotto al superamento di un certo clericalismo che tende a deformare tutto quanto si riferisce ai laici, attribuendo loro dei secondi fini; con questo progresso è diventato ora più facile capire che il messaggio che l'Opus Dei viveva e proclamava era semplicemente questo: la vocazione divina del cristiano comune, con un preciso impegno soprannaturale.

Spero proprio che venga il giorno in cui la frase "i cattolici penetrano nei diversi ambienti sociali" non sia più in circolazione, e che tutti si rendano conto che si tratta di un'espressione clericale. E comunque non c'entra affatto con l'apostolato dell'Opus Dei. I soci dell'Opus Dei non hanno bisogno di "penetrare" nelle strutture temporali per il semplice fatto che sono dei cittadini comuni, uguali agli altri, e perciò in queste strutture essi c'erano già.

Se Dio chiama all'Opus Dei una persona che lavora in una fabbrica, o in un ospedale, o al parlamento, vuol dire che d'ora in poi costui si deciderà a usare i mezzi necessari per santificare, con la grazia di Dio, la propria professione. Non è altro che la presa di coscienza delle esigenze radicali del messaggio evangelico, secondo la vocazione specifica che ognuno ha ricevuto.

Pensare che questa presa di coscienza significhi l'abbandono della vita normale, è un'idea legittima solo per coloro che ricevono da Dio la vocazione religiosa, che comporta il contemptus mundi, il disprezzo o la svalutazione delle cose del mondo; ma voler fare di questa rinuncia e di questo abbandono l'essenza o la vetta del cristianesimo è evidentemente una cosa assurda. Non è dunque l'Opus Dei a introdurre i suoi soci in determinati ambienti; essi ci stavano già — come ho detto — e non v'è motivo per cui debbano uscirne. Inoltre, le vocazioni all'Opus Dei — che scaturiscono dalla grazia di Dio e da quell'apostolato di amicizia e di confidenza di cui parlavo prima — nascono in tutti gli ambienti.

Forse proprio questa semplicità della natura e del modo di agire dell'Opus Dei costituisce una difficoltà per certe persone piene di complicazioni, che si direbbero incapaci di comprendere una cosa genuina e retta.

Certo, ci sarà sempre qualcuno che non riuscirà a captare l'essenza dell'Opus Dei, e questo non ci sorprende, perché il Signore ha già avvertito i suoi di queste difficoltà, commentando che non est discipulus super Magistrum (Mt 10, 24). Nessuno può pretendere che tutti lo apprezzino, anche se però ha il diritto di essere rispettato come persona e come figlio di Dio. Purtroppo non si può evitare che vi siano dei fanatici che vorrebbero imporre le loro idee con sistemi totalitari; e questa gente non arriverà mai a capire l'amore che hanno i soci dell'Opus Dei per la libertà personale degli altri, e poi anche per la propria libertà personale, sempre con personale responsabilità.

Ricordo un episodio piuttosto significativo. In una città di cui non sarebbe delicato fare il nome, il Comune stava deliberando la concessione di un contributo finanziario a un centro educativo diretto da soci dell'Opus Dei, che come tutte le iniziative apostoliche proprie dell'Opera aveva una funzione di evidente interesse sociale. La maggioranza dei consiglieri era favorevole alla concessione del contributo. Uno di loro, un socialista, spiegando i motivi per cui era favorevole, disse che aveva visto di persona l'attività che si svolgeva presso questo centro: “È un'attività caratterizzata dal fatto che i dirigenti sono amici sinceri della libertà personale. Nella residenza sono ospitati studenti di ogni religione e di ogni ideologia”. I comunisti votarono contro. Uno di loro, commentando il proprio voto negativo, diceva al socialista: “Mi sono opposto, perché se le cose stanno così, questa è una propaganda efficace per i cattolici”.

Chi non rispetta la libertà degli altri o vuol lottare contro la Chiesa non può apprezzare un'attività di apostolato. Ma anche in questi casi, io, come uomo, sono tenuto a rispettare queste persone e a trovare il modo di avviarle verso la verità; e, come cristiano, sono tenuto ad amarle e a pregare per loro.

Riferimenti alla Sacra Scrittura
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