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Alcuni affermano che siamo rimasti in pochi nella Chiesa; io risponderei loro che, se tutti custodissimo con lealtà la dottrina di Cristo, il numero crescerebbe subito considerevolmente, perché Dio vuole che la sua casa si riempia. Nella Chiesa ritroviamo Cristo, l'Amore dei nostri amori. E per tutti dobbiamo desiderare questa vocazione, quest'intima gioia che inebria l'anima con la dolcezza luminosa del Cuore misericordioso di Gesù.

Dobbiamo essere ecumenici, si sente dire. D'accordo. Tuttavia io temo che, dietro alcune iniziative che si autodefiniscono ecumeniche, si nasconda un inganno: perché sono attività che non conducono all'amore di Cristo, la vera vite. Per questo restano senza frutto. Io chiedo al Signore ogni giorno che mi dilati il cuore, perché continui a trasformare in amore soprannaturale l'amore che Egli ha posto nella mia anima per tutti gli uomini, senza distinzione di razza, di nazione, di cultura e di ceto. Stimo sinceramente tutti gli uomini, cattolici e non cattolici; sia che credano in qualcosa, sia che non credano, anche se questi ultimi mi sono cagione di tristezza. Però Cristo ha fondato una sola Chiesa e ha un'unica Sposa.

L'unione dei cristiani? Sì. Anzi, di più: l'unione di tutti quelli che credono in Dio. Però esiste una sola vera Chiesa. Non si tratta di ricostruirla con pezzi sparsi per ogni dove. E non ha bisogno di nessun tipo di purificazione per ritrovarsi finalmente pura. La Sposa di Cristo non può essere adultera, perché è incorruttibile e pura. Conosce una sola casa, conserva l'inviolabilità di un solo talamo con un pudore casto. Ella ci conserva per Dio, prepara il Regno ai figli che ha generato. Chi si separa dalla Chiesa si unisce con un'adultera, si allontana dalle promesse della Chiesa: e non otterrà le ricompense di Cristo colui che abbandona la Chiesa di Cristo (SAN CIPRIANO, De catholicae Ecclesiae unitate, 6 [PL 4, 503]).

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