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Il supremo potere del Romano Pontefice e la sua infallibilità, quando parla ex cathedra, non sono un'invenzione umana: si basano sull'esplicita volontà fondazionale di Cristo. Non ha alcun senso perciò opporre il governo del Papa a quello dei vescovi o ridurre la validità del Magistero pontificio all'assenso dei fedeli! Non c'è nulla di più estraneo alla Chiesa dell'equilibrio dei poteri; non ci servono gli schemi umani, per quanto possano essere attraenti e funzionali. Nessuno nella Chiesa gode di per sé, in quanto uomo, della potestà assoluta; nella Chiesa non c'è altro capo che Cristo; e Cristo ha voluto affidare a un suo Vicario — il Romano Pontefice — la sua Sposa pellegrina in questa terra.

La Chiesa è Apostolica per costituzione: Colei che è veramente e si chiama Cattolica, deve assieme brillare per la prerogativa dell'unità, della santità e della successione apostolica. Così, la Chiesa è Una, con l'unità chiara e perfetta di tutta la terra e di tutte le nazioni, con l'unità della quale è principio, radice e origine indefettibile la suprema autorità e l'eccellente primato del beato Pietro, principe degli Apostoli, e dei suoi successori sulla cattedra romana. E non esiste un'altra Chiesa Cattolica, diversa da quella che, edificata sull'unico Pietro, si innalza per l'unità della fede e per la carità in un solo corpo coerente e compatto (PIO IX, Lettera del S. Ufficio ai vescovi inglesi [DS 28881686]).

Contribuiamo a rendere più evidente agli occhi di tutti questa apostolicità, manifestando con squisita fedeltà l'unione al Papa, che è unione a Pietro. L'amore al Romano Pontefice deve essere in noi vibrante e appassionato, perché in lui vediamo Cristo. Se parliamo col Signore nella preghiera, acquisteremo uno sguardo limpido, che ci farà distinguere, anche negli avvenimenti che a volte non capiamo e che ci causano lacrime e dolore, l'azione dello Spirito Santo.

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