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È alla portata della creatura rispondere di no a Dio, respingere questo principio di felicità nuova e definitiva. Ma se così fa, non è più figlio e diventa schiavo. Ogni cosa è ciò che secondo la sua natura le conviene essere; pertanto, quando si muove alla ricerca di qualcosa che le è estraneo, non agisce secondo il suo modo di essere, ma per impulso altrui; e ciò è servile. L'uomo è razionale per natura. Quando si comporta secondo ragione, procede per movimento proprio, da par suo: e ciò è proprio della libertà. Quando pecca, agisce al di fuori della ragione, e pertanto si lascia condurre da un impulso altrui, schiavo in terra straniera; e dunque chi accetta il peccato è servo del peccato (Gv 8, 34) (SAN TOMMASO D'AQUINO, Super Evangelium S. Ioannis lectura, cap VIII, lect. IV, § 3, n. 1024).

Perdonate l'insistenza. È evidente, e del resto lo possiamo verificare spesso intorno a noi o in noi stessi, che nessuno sfugge a qualche tipo di servitù. Alcuni si inginocchiano davanti al denaro; altri adorano il potere; altri, la relativa tranquillità dello scetticismo; altri fanno della sensualità il loro vitello d'oro. E la stessa cosa accade in campi più nobili. Ci affanniamo in un lavoro, in un'impresa di proporzioni più o meno grandi, nello svolgimento di un'attività scientifica, artistica, letteraria, spirituale. Se c'è impegno, se c'è vera passione, chi si applica vive da schiavo, si dà con gioia al servizio del compito che si è prefisso.

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