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Porto impresso nella mia mente fin da bambino il ricordo di certi segnali che, nelle montagne della mia terra, venivano piantati ai margini delle strade: si trattava di lunghi pali, generalmente dipinti di rosso, che colpivano la mia attenzione. Mi spiegarono che quando cade la neve e copre sentieri, campi e prati, boschi, rocce e dirupi, quelle aste risaltano come un riferimento sicuro, perché tutti rintraccino il cammino da seguire.

Nella vita interiore succede qualcosa di simile. Ci sono primavere ed estati, ma arrivano anche gli inverni, i giorni senza sole e le notti senza luna. Non possiamo permettere che il rapporto con Dio dipenda dal nostro umore, dai mutamenti del nostro carattere. Cadere in questa volubilità vuol dire egoismo, comodità: cose che non vanno d'accordo con l'amore.

Perciò, nei momenti di neve e di tormenta, alcune solide pratiche di pietà — per nulla sentimentali —, saldamente piantate e adattate alle circostanze di ciascuno, saranno come i pali dipinti di rosso che continuano a indicare la direzione, finché il Signore farà splendere di nuovo il sole. Allora si scioglierà il gelo e il cuore ritornerà a vibrare, acceso da un fuoco che in realtà non si è mai spento: era rimasto come brace nascosta dalla cenere, la cenere del tempo della prova, o quella di un periodo di minore impegno o di scarso sacrificio.

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