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All'inizio degli anni quaranta, mi recavo spesso a Valenza. Non avevo alcun mezzo umano, e con coloro che — come ora voi — si riunivano col povero sacerdote che vi parla, facevo orazione ovunque si potesse, qualche sera sulla spiaggia deserta. Come i primi amici del Maestro, ricordi? San Luca scrive che, alla partenza da Tiro, diretti con Paolo a Gerusalemme, tutti ci accompagnarono con le mogli e i figli sin fuori dalla città, e inginocchiati sulla spiaggia pregammo (At 21, 5).

Un giorno, a sera inoltrata, durante un meraviglioso tramonto valenziano, vedemmo avvicinarsi una barca alla riva: ne balzarono fuori degli uomini bruni, forti come rocce, bagnati, a torso nudo, bruciati dal vento da sembrare di bronzo. Incominciarono a tirar fuori dall'acqua la rete tesa in mare dalla barca per la pesca a strascico: era piena di pesci lucenti, d'argento. Tiravano vivacemente, affondando i piedi nella sabbia, con sorprendente energia. D'improvviso sopraggiunse un bimbo, anche lui abbronzato: si avvicinò alla corda, l'afferrò con le sue manine e incominciò a tirare con evidente imperizia. Quei pescatori rudi, per nulla raffinati, certamente si sentirono intenerire il cuore, e consentirono al bambino di collaborare; non lo allontanarono, anche se più che altro era d'intralcio.

Pensai a voi e a me; a voi, che ancora non conoscevo, e a me; a questo nostro tirare le reti tutti i giorni, in tanti aspetti. Se ci presentiamo davanti a Dio nostro Signore come quel bambino, convinti della nostra debolezza, ma disposti ad assecondare i Suoi progetti, raggiungeremo la meta più facilmente: porteremo a riva la rete, piena di frutti abbondanti, perché dove le nostre forze vengono meno, interviene la potenza di Dio.

Riferimenti alla Sacra Scrittura
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