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Mentre vi parlo, so che voi, alla presenza di Dio, cercate di esaminare la vostra condotta. Non è vero che la maggior parte dei dispiaceri che hanno inquietato la tua anima, delle tue mancanze di pace, derivano dal non aver corrisposto agli inviti divini; o meglio, derivano dal fatto che forse stavi percorrendo il sentiero degli ipocriti, perché ricercavi te stesso? Nel tristo tentativo di mantenere davanti a chi ti sta accanto la mera apparenza di un comportamento cristiano, nel tuo intimo rifiutavi di accettare la rinuncia, di mortificare le tue contorte passioni, di darti senza condizioni, con abnegazione, come Gesù Cristo.

Guardate che in questi momenti di meditazione davanti al Tabernacolo, non vi potete limitare ad ascoltare le parole che il sacerdote pronuncia come per materializzare l'orazione intima di ciascuno. Io ti porgo delle considerazioni, ti segnalo alcuni spunti, perché tu possa raccoglierli attivamente, rifletterci per tuo conto, e trasformarli in argomento di colloquio personalissimo e silenzioso fra Dio e te, in modo da applicarli poi alla tua attuale situazione e, con le luci che il Signore ti offre, poter distinguere nella tua condotta ciò che va dritto e ciò che ha preso una brutta strada, per rettificare con la sua grazia.

Ringrazia il Signore per tante opere buone che hai compiuto, disinteressatamente, perché puoi cantare con il salmista: Mi ha tratto dalla fossa della morte, dal fango della palude; i miei piedi ha stabilito sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi (Sal 39, 3). Chiedigli inoltre perdono per le tue omissioni o per aver messo i piedi in fallo, quando ti sei cacciato nel deplorevole labirinto dell'ipocrisia, affermando di volere la gloria di Dio e il bene del tuo prossimo mentre in realtà onoravi te stesso… Sii audace, sii generoso, e digli… Mai più: mai più defraudare ulteriormente il Signore e l'umanità.

Riferimenti alla Sacra Scrittura
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